Il 26 maggio, Qing Gang, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese negli Stati Uniti, ha pubblicato un articolo sulla questione di Taiwan sul sito del South China Morning Post. Di seguito la traduzione integrale dell’articolo.

Il principio di “una sola Cina” è stato il fondamento delle relazioni Cina-USA, nonché della pace e della stabilità lungo lo Stretto di Taiwan. Questo fondamento, tuttavia, è in pericolo come mai prima d’ora.

Taiwan fa parte della Cina fin dai tempi antichi. Il generale Zheng Chenggong è ricordato come un eroe nazionale per aver ripreso Taiwan dai coloni olandesi 360 anni fa. L’Università Cheng Kung di Taiwan è stata chiamata in suo onore.

Ricordo che, subito dopo aver assunto l’incarico di ambasciatore, un veterano novantenne di Taiwan mi disse che desiderava vedere Taiwan tornare alla Cina nel tempo che gli restava da vivere, e che desiderava poter rivisitare la sua città natale sulla terraferma.

Taiwan e la terraferma sono state separate a causa della guerra civile cinese negli anni ’40. Ma i popoli delle due parti condividono la stessa discendenza e la stessa lingua. Hanno una forte affinità culturale e le loro economie sono sempre più integrate. Nell’ultimo decennio, il commercio attraverso lo Stretto è raddoppiato a 328,3 miliardi di dollari.

Il personal trainer di Taiwan Liu Genghong è oggi uno degli influencer dei social media più popolari sulla terraferma, con oltre 60 milioni di follower che si allenano con lui. Le applicazioni dei social media della terraferma sono ampiamente amate e utilizzate dal popolo di Taiwan.

Il governo cinese è impegnato nello sviluppo pacifico delle relazioni attraverso lo Stretto. Abbiamo fatto del nostro meglio per una pacifica riunificazione, poiché questo è nel migliore interesse dell’intera nazione, compresi i nostri fratelli e sorelle a Taiwan. Allo stesso tempo, non rinunciare all’uso della forza non è mirato al popolo taiwanese, ma a scoraggiare i separatisti dell’“indipendenza di Taiwan” e le interferenze esterne.

Promuovere la riunificazione pacifica senza rinunciare all’uso della forza sono come due facce della stessa medaglia. Il loro scopo ultimo è creare condizioni favorevoli per una riunificazione pacifica.

A tal fine deve essere rispettato il principio di “una sola Cina”, e il principio è inteso come segue: c’è una sola Cina; Taiwan non è un Paese sovrano, ma parte della Cina; il governo della Repubblica Popolare Cinese è l’unico governo legale che rappresenta l’intera Cina. Questo è stato a lungo un consenso internazionale solidamente basato sul diritto internazionale.

La Dichiarazione del Cairo emessa dai leader di Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna nel 1943 afferma chiaramente che tutti i territori che il Giappone ha rubato ai cinesi, come Taiwan e le isole Penghu, saranno restituiti alla Cina. La Dichiarazione di Potsdam del 1945 affermava che i termini della Dichiarazione del Cairo sarebbero stati rispettati.

La risoluzione 2758 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvata nel 1971 riconosceva che i rappresentanti del governo della Repubblica Popolare Cinese sono gli unici rappresentanti legittimi della Cina alle Nazioni Unite. Sulla base del principio della Cina unica, 181 Paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina.

Gli Stati Uniti si sono impegnati seriamente a rispettare il principio di “una sola Cina”. Nei comunicati congiunti sino-americani, è stato riconosciuto che esiste una sola Cina, Taiwan fa parte della Cina e il governo della Repubblica Popolare Cinese è l’unico governo legale della Cina.

Gli Stati Uniti hanno affermato che manterranno solo relazioni culturali, commerciali e non ufficiali con Taiwan. Si sono impegnati a non attuare una politica a lungo termine di vendita di armi a Taiwan e a ridurre gradualmente le loro vendite di armi, portando, entro un certo tempo, a una risoluzione finale.

Tuttavia, il principio viene gravemente danneggiato. Le autorità di Tsai Ing-wen (presidente di Taiwan dal 2016, ndt) respingono il “consenso del 1992” che riflette il principio di “una sola Cina” e stanno pianificando un approccio incrementale all’”indipendenza di Taiwan”.

Il governo degli Stati Uniti, pur affermando che la loro politica di “una sola Cina” non è cambiata, che non sostengono “l’indipendenza di Taiwan” e non vogliono conflitti o confronti con la Cina, considera Taiwan come un “nodo strategico” nella prima catena di isole per contenere la Cina .

È stato “svuotare” la politica di “una sola Cina”. Gli Stati Uniti pongono il loro Taiwan Relations Act e le Six Assurances, qualcosa che riflette solo la loro volontà, al di sopra dei tre comunicati congiunti sino-americani, che sono l’intesa comune tra due Paesi. Ciò ha violato le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali.

Pur migliorando sostanzialmente le sue relazioni ufficiali con Taiwan e inviando alti funzionari nell’isola, la parte statunitense ha mascherato le sue mosse sviluppando “relazioni non ufficiali”. Pur sostenendo a parole la pace nello Stretto, continua a vendere armi sofisticate a Taiwan, solo per aggiungere benzina sul fuoco. Le azioni statunitensi incoraggeranno i separatisti e trasformeranno lo Stretto di Taiwan in una pericolosa polveriera.

Con l’evolversi della crisi ucraina, i rumori su “Ucraina oggi, Taiwan domani” stanno crescendo, tracciando parallelismi tra due questioni che sono totalmente diverse. L’Ucraina è uno Stato sovrano; Taiwan non lo è mai stato. La questione di Taiwan fa parte degli affari interni della Cina che non tollerano interferenze esterne.

La sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi devono essere rispettate. Includono l’Ucraina e dovrebbero includere la Cina, la cui sovranità e integrità territoriale sulla questione di Taiwan devono essere rispettate.

Su una questione che riguarda gli interessi fondamentali della Cina, non scenderemo mai a compromessi né faremo marcia indietro. Qualsiasi discussione in America su “chiarezza strategica” o “ambiguità strategica” è una perdita di tempo. Nessuno dovrebbe sottovalutare la nostra determinazione e capacità di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale.

Circa due secoli dopo il recupero di Taiwan da parte del generale Zheng, il presidente Abraham Lincoln guidò il popolo americano nel proteggere con successo l’unità degli Stati Uniti. Lincoln disse: “Una casa divisa non può reggere” e oggi non credo che il popolo americano permetterebbe che uno Stato fosse diviso, con il supporto esterno degli Stati Uniti.

Spero che gli Stati Uniti possano mettersi nei nostri panni, rispettare l’aspirazione del popolo cinese alla pace e alla riunificazione nazionale e scegliere il lato giusto della storia rispettando il principio di “una sola Cina” e sostenendo la riunificazione pacifica della Cina.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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