Stiamo rischiando una enorme catastrofe nucleare in Europa e i nostri media – oltre ai nostri governanti – fanno finta di niente.
Ieri vi è stato da parte dell’esercito ucraino l’ennesimo attacco alla centrale nucleare di Zaporozh’e con bombe e missili.

L’indecenza dell’informazione occidentale su questo delicatissimo tema, che riguarda noi tutti, è pari soltanto all’irresponsabilità criminale del governo di KIEV che conduce questi attacchi:
L’ANSA titola infatti:“Nuovo scambio di accuse tra russi e ucraini sui bombardamenti alla centrale di Zaporizhzhia.”
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2022/08/11/ucraina-raid-su-zaporizhzhia.-nuovo-scambio-di-accuse-tra-kiev-e-mosca_c4fda2de-d672-40f8-8237-d5a6a3323aa5.html

Quello che manca in Italia oltre all’informazione è l’onestà intellettuale. Tutti sanno infatti che la centrale è controllata dalle forze armate russe che stanno producendo energia elettrica che vogliono utilizzare agganciando la centrale alla rete elettrica russa. La domanda a cui l’ANSA dovrebbe rispondere è: Perchè l’esercito russo che controlla la centrale dovrebbe spararsi addosso?

Mentre l’ANSA non è in grado di dire chi sta tirando bombe e missili contro la più grande centrale nucleare d’Europa, il capo dell’agenzia atomica ucraina (Energoarom) ha affermato che se la centrale si aggancia alla rete russa ha chiesto espressamente alle forze armate ucraine di colpirne le linee elettriche di alimentazione.

Questo signore ha quindi rivendicato che è l’Ucraina che sta attaccando la centrale, confermando quanto affermato dal ministero della difesa russo che ha sottolineato come fra gli obbiettivi colpiti in questi attacchi c’è stata la stazione termoelettrica e l’apparecchiatura delle piscine del sistema di raffreddamento della centrale atomica, andando quindi a confermare che quella del capo della Energoatom non è solo una minaccia.

La cosa che dev’essere chiara è che anche senza puntare ai reattori, ma solo ai depositi di combustibile esausto (156 grossi contenitori stoccati all’aperto), il disastro nucleare sarebbe di enormi proporzioni e certo non solo confinato nella zona circostante (Chernobil docet).
Torniamo alla cronaca: ieri, ancora 5 razzi sulla centrale atomica diretti a:

  • uffici della Direzione
  • deposito di materiale radioattivo, ovvero combustibile esausto
  • caserma dei vigili del fuoco interna alla centrale.

Ora, considerando l’estrema precisione dei luoghi presi di mira e colpiti, chi può aver dato le coordinate di puntamento se non i satelliti della NATO? Come ieri per il doposito di ammoniaca a Doneck (i cui fumi si sono estesi per un raggio di 6 Km).

Ieri Vasilij Nebenzia, rappresentante russo all’ONU, oltre a denunciare tutto quanto sta accadendo, ribadiva ufficialmente l’invito all’ONU e all’AIEA a visitare la centrale.
Risposta a stretto giro del sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti e gli affari di sicurezza internazionale USA Bonnie Jenkins: “La Russia è l’unica responsabile per quanto sta accadendo”.

D’altronde, cosa potevano dire? Da una parte gli danno le coordinate balistiche esatte, dall’altra stigmatizzano? Da una parte contribuiscono deliberatamente a provocare una catastrofe e dall’altra la impediscono?

Il popolo italiano ha diritto di sapere che il governo ucraino a cui stiamo regalando soldi e armi e la NATO di cui facciamo parte stanno giocando con il fuoco nel determinare un’altro disastro nucleare come quello di Chernobil. Il governo italiano ha il dovere di sospendere l’invio di armi in Ucraina e di chiedere assicurazioni chiare sul fatto che il governo ucraino la smetta di mettere a repentaglio la sicurezza atomica di tutti i popoli europei.
Vi prego di far conoscere quest asituazione vergognosa di cui i nostri cinegiornali ovviamente non parlano…

Paolo Ferrero PRC

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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