Roberto Bolaño


Francesco Cecchini

Roberto Bolaño nacque a Santiago del Cile il 28 aprile 1953 e morì a Barcellona il 14 luglio 2003. Cinquant’ anni, una vita breve, ma densa di  scrittura, romanzi, poesie.

Bolaño morì il 15 luglio 2003 all’ospedale Valle de Hebrón di Barcellona, a causa di un’insufficienza epatica e mentre era in attesa di effettuare un trapianto di fegato, lasciando incompleto il romanzo El Tercer Reich, come annunciato da parte dell’agente Andrew Wylie. Fu accompagnato all’ospedale dalla compagna Carmen.  Lì dicono che abbia raccontato barzellette per rassicurare amici e parenti ed abbia ascoltato per l’ultima volta la canzone Lucha de Gigantes, di Antonio Vega, suo cantante preferito.

Antonio Vega – Lucha De Gigantes

Antonio Vega – Lucha De Gigantes

Numerosi sono i documenti sulla vita e l’opera di Roberto Bolañon circolazione. Per un panorama interessante e veloce, è molto raccomandabile il documentario Roberto Bolaño. L’Ultimo Maledetto, di di José Luis López-Linares.
Il lavoro di Bolaño è considerato uno dei più influenti nella letteratura latinoamericana degli ultimi tempi, ma la sua vita e la sua realtà non erano quelle di un autore di successo. Il film, che fa parte di “Essentials”, una serie RTVE sui personaggi più importanti della cultura spagnola del XX secolo, decifra le chiavi per conoscere questo scrittore di culto, attraverso interviste alle persone a lui più vicine.
“Roberto Bolaño: l’ultimo maledetto” si concentra soprattutto sugli ultimi anni che l’autore cileno trascorse in Spagna, dove condusse una vita di austerità vicina alla povertà. Ed è che, a differenza degli autori del “boom” letterario del romanzo sudamericano degli anni ’60 e ’70, divenuti delle star dei media, la sua vita è più vicina a quella dei grandi autori maledetti del primo Novecento di quanto si possa immaginare associato a uno scrittore di culto e riconosciuto.
Il documentario ritrae le sue ossessioni, la sua incredibile capacità di adattarsi ad ambienti complicati. Bolaño come scrittore, ma anche come uno strano personaggio che sta creando la propria leggenda. Cosa c’è di vero e di falso nella sua stessa autobiografia.

Il link con il documentario è il seguente:

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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