Francesco Cecchini
Esercito etiope
Etiopia ed Eritrea lanciano un’offensiva congiunta contro il Tigray.
Molto presto questa mattina è stata lanciata un’offensiva guidata congiuntamente dalle forze etiopi ed eritree contro il Tigray. Questo attacco effettuato all’alba, secondo le autorità del Tigray ha innescato una guerra a tutto campo. Secondo le autorità del Tigray, regione al confine con l’Eritrea, è nata una guerra in questa parte settentrionale dell’Etiopia, che è entrata in ribellione. Questo giovedì, 1 settembre 2022, il comando delle forze ribelli ha annunciato che “l’Etiopia ha ora lanciato un’offensiva congiunta con le forze d’invasione dell’Eritrea”. Informazioni che l’AFP non ha potuto confermare, tuttavia, a causa dell’inaccessibilità della zona di conflitto. Nel loro comunicato, le forze dissidenti del Tigray hanno precisato che tale attacco è stato compiuto dalle forze alleate, “dopo aver riposizionato una massiccia forza militare in Eritrea”. Il comando delle forze ribelli accusa anche che “il nemico, avendo respinto ogni offerta di pace, schierato ingenti forze regolari e irregolari, alleandosi con una forza straniera” abbia, senza dubbio, “iniziato una guerra a tutto campo”.
Dopo un cessate il fuoco di cinque mesi, dichiarato unilateralmente dal primo ministro etiope Abiy Ahmed, i combattimenti tra il governo federale etiope e le autorità ribelli nel Tigray sono ripresi il 24 agosto, intorno alla parte sud-orientale del Tigray. Le due parti sono in conflitto da novembre 2020. Per questa nuova escalation, si accusano a vicenda di aver dato inizio alle nuove ostilità.
L’ONU, attraverso la voce del suo Segretario generale, Antonio Guterres, ha chiesto la calma e un cessate il fuoco immediato e non pregiudicare le conquiste già ottenute nella risoluzione di questo conflitto. Allo stesso modo, l’Unione Africana, attraverso il suo Presidente della Commissione, il ciadiano Moussa Faki Mahamat, ha espresso profonda preoccupazione e ha affermato di “lavorare per sostenere un processo politico consensuale nell’interesse del Paese”.