La vicepresidente argentina è recentemente scampata a un attentato, che fa seguito alla persecuzione giudiziaria di cui è vittima da anni da parte delle forze reazionarie del Paese sudamericano, sostenute dall’imperialismo statunitense.

Dodici anni di reclusione ed esclusione a vita dalle cariche pubbliche: questa era stata la richiesta formulata dal pubblico ministero contro la vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner, ultimo episodio della lunga guerra giudiziaria che la destra reazionaria argentina ha dichiarato contro la leader del peronismo di sinistra, che ha già occupato la carica presidenziale tra il 2007 ed il 2015.

Senza che il pubblico ministero presentasse una sola prova, la destra ha pianificato di sbarazzarsi dell’indomita leader popolare, al fine di portare avanti i loro piani di saccheggio delle risorse naturali – litio in primo luogo – e smantellare i diritti politici, sociali e culturali conquistati durante i governi kirchneristi”, ha scritto l’analista messicano Ángel Guerra sul portale di TeleSur. “Progetti, va sottolineato, che sono del massimo interesse per gli Stati Uniti”, ha aggiunto, lasciando trapelare il sospetto di ingerenze da parte di Washington.

Dagli attacchi giudiziari, la destra argentina, rimasta orfana delle dittature fasciste del secolo scorso, è passata al terrorismo armato lo scorso 1º settembre, quando un militante dell’estrema destra di origini brasiliane ha tentato di sparare alla seconda carica dello Stato. Cristina Kirchner è rimasta illesa solamente grazie ad un malfunzionamento dell’arma impugnata dall’attentatore, in quello che il ministro degli Esteri argentino Santiago Cafiero ha definito “il più grave atto di violenza politica dal ritorno della democrazia”.

Ripudiamo fermamente l’attentato alla vita della vicepresidente della nazione, Cristina Fernández de Kirchner“, si legge in un comunicato rilasciato dal gruppo dei deputati del Frente de Todos, la coalizione che sostiene l’attuale governo guidato dal presidente Alberto Fernández. “Avevamo lanciato l’allarme. Gli incitamenti all’odio riversati da diverse sfere del potere politico, mediatico e giudiziario contro l’ex presidente hanno solo portato a un clima di estrema violenza“.

Il presidente Fernández ha a sua volta rilasciato una dichiarazione di condanna dell’attentato: “Questo attacco merita il più forte ripudio dell’intera società argentina, di tutti i settori politici, di tutti gli uomini e le donne della Repubblica, perché tutti questi eventi incidono sulla nostra democrazia“, ​​ha sottolineato il capo dello Stato. Alberto Fernández ha inoltre sottolineato che “possiamo essere in contrasto e avere profondi disaccordi, ma in una società democratica l’incitamento all’odio genera violenza” e che “non c’è possibilità che la violenza conviva con la democrazia” .

Messaggi di solidarietà nei confronti di Cristina Kirchner sono naturalmente arrivati dai leader politici e di governo di tutto il mondo. Il Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV) ha rilasciato un comunicato con il quale “ripudia l’incessante campagna orchestrata contro la compagna Cristina Fernández de Kirchner, una pratica spregevole che stimola minacce alla sua integrità fisica e che cerca senza successo di spezzare la sua determinazione di ferro a lavorare instancabilmente per il benessere delle donne argentine“. “I discorsi di odio e intolleranza stimolano la violenza in Argentina e in altri Paesi della regione, come strumento per sottrarre il potere politico dalle mani delle forze progressiste che lo detengono. I socialisti venezuelani esprimono la loro solidarietà a questa leader della Nostra America Latina-Caraibica, alla sua famiglia, ai militanti del Frente de Todos e al popolo argentino in generale, al quale trasmettiamo il sostegno incrollabile delle figlie e dei figli di Bolívar e Chávez nella battaglia che intraprende per mantenere la pace e raggiungere la prosperità“, si legge nel testo pubblicato dal PSUV.

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha a sua volta parlato dell’attentato contro Cristina Kirchner in un’intervista radiofonica. Secondo il leader della Repubblica Bolivariana, l’attentato è il risultato di un accumulo di campagne di odio, “di polarizzazione negativa, di polarizzazione escludente, di polarizzazione basata sull’intolleranza, sono campagne di odio che hanno l’obiettivo di promuovere la guerra psicologica“. Maduro ha ricordato di essere stato egli stesso vittima di un tentativo di omicidio, organizzato nel 2018 da parte delle stesse forze reazionarie latinoamericane.

L’impero statunitense insieme all’oligarchia ha cercato di imporre il modello del colpo di Stato in Venezuela per poi applicarlo in qualsiasi altro Paese; ma i popoli hanno opposto resistenza a quel modello”, ha concluso Maduro, puntando il dito contro le due forze che si oppongono ad un’America Latina libera e progressista. 

Nel caso dell’Argentina, le ingerenze degli Stati Uniti sono divenute sempre più esplicite dopo l’intervento fuori luogo dell’ambasciatore nordamericano a Buenos Aires, Marc Stanley, che ha tolto la maschera per dare il proprio sostegno alle forze della destra reazionaria argentina in vista delle elezioni del 2023. L’ambasciatore ha invitato tutte le forze politiche a formare una coalizione di governo per “salvare il Paese”, un modo surrettizio per permettere il ritorno della destra nelle sfere del potere dopo che il popolo argentino ha decisamente bocciato il governo del presidente ultraliberista Mauricio Macri, l’uomo che Washington aveva piazzato al timone del comando alle elezioni del 2015.

Queste spavalderie pronunciate da Stanley riaffermano il sempre rinnovato interesse degli Stati Uniti non solo nel nostro Paese, ma in tutta la nostra regione, che non hanno mai smesso di considerare come il loro cortile”, si legge sul sito del Partido Comunista de la Argentina. “L’ossessivo interesse dell’imperialismo yankee a sud del Rio Bravo è oggi accresciuto dalla manifesta perdita di egemonia mondiale che subisce per mano di Cina e Russia, motivo per cui queste riprovevoli affermazioni non dovrebbero sorprenderci affatto”.

L’attentato contro Cristina Kirchner rientra dunque a pieno titolo nel novero degli atti di violenza perpetrati dalla destra reazionaria latinoamericana in combutta con l’imperialismo statunitense, le due forze che si oppongono all’emergere di governi progressisti e popolari nel continente. Al di là dell’identità dell’esecutore materiale dell’attentato, il clima d’odio fomentato dalle forze della reazione e dell’imperialismo è certamente il mandante e il responsabile morale di questo vile atto.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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