Dopo quasi undici anni, la situazione politica intorno alla guerra in Siria è totalmente capovolta. Due attori politici come Hamas e la Turchia che avevano contestato e contrastato il presidente siriano Bashar al Assad riprendono, con modalità diverse, i contatti con Damasco. Questa svolta, naturalmente, non sarebbe avvenuta senza la mediazione della Russia.

Hamas ristabilisce i legami con la Siria

Nel corso di questi ultimi anni si è spesso parlato di un ripristino delle relazioni tra il movimento di Resistenza palestinese Hamas e il governo siriano. Hamas, che aveva uno dei suoi quartier generali a Damasco, decise, parliamo del suo braccio politico, di lasciare la Siria per traferirsi in Qatar, ponendosi di fatto contro il governo siriano, nelle prime fasi della guerra per procura contro il paese arabo. Il braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam non hanno mai accettato il tradimento della loro leadership politica nei confronti della Siria.

I legami di Hamas sono rimasti eccellenti con Iran e il movimento di Resistenza libanese, Hezbollah pur essendo alleati, questi ultimi, con la Siria. Neanche la mediazione di Iran e Hezbollah aveva fatto cambiare idea ad Assad riguardo ad Hamas.

Negli ultimi tempi, però, si sono intensificati i contatti tra Hamas e la Russia. I motivi potrebbero essere anche riconducibili ad una reazione di Mosca di fronte alla posizione di Israele sul conflitto in Ucraina con l’invio di armi da parte di Tel Aviv a Kiev.

Infatti, dopo quella di maggio, nei giorni scorsi, c’è stata una nuova visita di una delegazione di Hamas a Mosca, guidata da capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha incontrato anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Probabile, se non certo, che oltre ad affrontare la situazione dei territori occupati palestinesi, si sia parlato anche dei legami con la Siria.

Ieri, funzionari di Hamas hanno rivelato in un comunicato stampa di aver ufficialmente ripreso le sue relazioni con la Siria dopo dieci anni di tensione.

La notizia è stata riportata dall’ agenzia di stampa tedesca  (DPA), rilanciata dal portale The Cradle, ha ricevuto una copia della dichiarazione di Hamas, che ha rivelato il ripristino dei legami tra i due.

Tuttavia, la parte siriana deve ancora commentare la questione.

Il movimento ha affermato di non vedere l’ora che la Siria riconquisti la sua posizione nel mondo arabo e islamico, nella speranza di “costruire e sviluppare solide relazioni” con Damasco

Hamas ha ricordato e ribadito il suo apprezzamento per la Siria, poiché il suo popolo ha sostenuto la causa palestinese per decenni.

La firma degli Accordi di Abramo, nonché del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele sotto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha dato la spinta ad Hamas per avvicinarsi alla Siria per rafforzare l’Asse della Resistenza con Iran e Hezbollah.


Contatti Ankara-Damasco sempre più frequenti

In questo caso, il ruolo della Russia è ancora più determinante per permettere un riavvicinamento che nell’immediato non era da ipotizzare in breve termine.

Ieri, l’agenzia britannica Reuters ha riferito il che il capo dell’Organizzazione nazionale di intelligence turca (MIT), Hakan Fidan, ha effettuato diverse visite a Damasco nell’ultimo mese per incontrare il suo omologo siriano Ali Mamlouk.

Il capo dello spionaggio turco e il consigliere speciale per la sicurezza siriano del presidente Bashar Al-Assad si sono incontrati per riprendere i colloqui e porre fine a una sanguinosa disputa durata un decennio.

Fidan e Mamlouk hanno discusso la possibilità di preparare il primo incontro pubblico tra i ministri degli Esteri per gettare le basi per colloqui pubblici.

“La Russia vuole che Siria e Turchia superino i loro problemi e raggiungano determinati accordi, che sono nell’interesse di tutti”, secondo quando dichiarato da un funzionario turco alla Reuters.

Ha aggiunto che né la Turchia né la Russia sono interessate a vedere l’Iran intervenire per colmare il vuoto che potrebbero lasciare in Siria, nel caso in cui venga raggiunto un accordo.

Ankara ha anche chiesto a Damasco di scendere a compromessi dando la possibilità ai miliziani sostenuti dalla Turchia nel governatorato di Idlib di partecipare ai colloqui.

Presumibilmente, la Russia avrebbe chiesto alla Turchia di normalizzare le relazioni con Damasco nel tentativo di “accelerare una soluzione politica” in Siria.

Questi incontri sono il risultato della decisione della Turchia di uscire gradualmente dal campo di battaglia siriano, ma non prima di aver ottenuto le sue garanzie di sicurezza riguardo alla presenza curda ai suoi confini.

Ankara cerca la collaborazione di Damasco in quanto i curdi partecipano con gli USA al saccheggio del petrolio e del grano siriano. Ergo, le milizie filocurde sono una spina nel fianco anche di Damasco.

Da queste vicende risulta palese che quando Governi e organizzazioni ragionano in piena autonomia, senza farsi manovrare è più facile raggiungere soluzioni. Le interferenze come quelle occidentali servono solo d esasperare le situazioni portando alla distruzione di paesi come la Siria

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-hamas_e_turchia_riprendono_i_contatti_con_il_presidente_siriano_assad/8_47338/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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