La Turchia ha annunciato l’intenzione di entrare a far parte della Shanghai Cooperation Organization (SCO). Se ciò dovesse accadere, sarebbe il primo paese della NATO ad aderire a questo patto, originariamente fondato come un’alleanza per proteggere e difendersi dall’interferenza “occidentale” in Eurasia. Ciò solleva naturalmente la questione di come sarebbe valutata una tale adesione: Ankara come sottomarino occidentale per contrastare l’influenza di Russia e Cina nella SCO e, se necessario, paralizzarla? O, al contrario, la Turchia si sta staccando geopoliticamente dalla NATO?

Di Reinhard Lauterbach – Junge Welt 

Probabilmente è troppo presto per dare una risposta definitiva. Nel frattempo, la Turchia si sta destreggiando tra diverse questioni. Sotto il presidente Recep Tayyip Erdogan, ha iniziato a sviluppare le proprie ambizioni di supremazia regionale. Un esempio di ciò è il suo sostegno militare all’Azerbaigian nel conflitto con l’Armenia nel 2020. In linea di principio, agli Stati Uniti andava bene e va bene, purché indebolisca la posizione russa nella regione. Nella guerra in Ucraina, Ankara gioca un doppio gioco: da un lato la Turchia non ha aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia, mantiene i suoi confini aperti ai turisti russi (e ci guadagna bene), dall’altro rifornisce L’Ucraina con i “Bayraktar”,i droni da combattimento, e fa da garante per l’accordo sull’esportazione di grano ucraino.

Ma non si tratta di doppia moralità. Erdogan controlla il Bosforo ei Dardanelli e la capacità della flotta russa di operare nel Mediterraneo dipende dalla sua buona volontà. Questo rafforza la sua posizione nei confronti di Mosca. Apparentemente questo non è abbastanza per gli USA, e lì sembrano crescere i dubbi sull’affidabilità della Turchia. Il segretario di Stato americano Antony Blinken si è ora impegnato a revocare un embargo sulle armi imposto a Cipro 35 anni fa. Questo impegno ha una chiara spinta anti-turca perché rafforza il governo di Nicosia rispetto alla parte settentrionale dell’isola, divisa dal 1974. E allo stesso tempo è legato a una condizione diretta contro la Russia: le armi statunitensi arriveranno solo se Cipro continuerà a negare alla Marina russa l’accesso ai suoi porti. Ma l’economia di Cipro dipende dalla moneta russa (nera) quanto la città di Schwedt dipende dal petrolio russo. Anche in questo caso, un modello di business nazionale è sull’orlo del precipizio. il futuro è incerto

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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