I media (italiani in particolare, che si contraddistinguono sempre in questo campo) rilanciano con grande enfasi una notizia diffusa da Julian Röpke sullo sfondamento ucraino a Bahmut, zona nevralgica controllata dalla Wagner. Ma dopo una veloce verifica si scopre che è una bufala, ammessa poi dallo stesso Röpke.

La bufala sul contrattacco a Bahmut

Di Francesco Dall’Aglio*

Era da qualche giorno che leggevo notizie strane su Bahmut/Artemivs’k da parte ucraina (anzi, come al solito: più da parte ‘nostra’ che da parte ucraina) e di cui non riuscivo a trovare conferma sui canali russi, nemmeno su quelli più pessimisti.

La prima, qualche giorno fa, era che un contrattacco ucraino avesse preso il cementificio (cerchiato in rosso nella prima foto): il che sarebbe stato un grande successo, perché avrebbe scardinato uno degli angoli di supporto del complessissimo avvicinamento alla città da parte delle forze russe, aprendo la strada per altri e più efficaci contrattacchi

Poi, stamattina, Julian Röpke rilancia una foto (la seconda che allego. La terza ce la teniamo per la fine) in base alla cui geolocalizzazione si dovrebbe dedurre che le forze ucraine sono avanzate di circa 5 chilometri, una distanza siderale per un fronte sul quale le avanzate quotidiane sono, letteralmente, una singola casa al giorno, e hanno catturato materiale intatto tra cui un lanciarazzi multiplo TOS-1 “Buratino” insieme al suo veicolo di supporto e stoccaggio di munizioni

E anche in questo caso, nulla, nessuna conferma da parte russa e nessuno stracciamento di vesti per quella che sarebbe, a questo punto, una catastrofe tra l’altro completamente inaspettata e uno smacco gravissimo per la Wagner, che tiene il fronte in quella zona. Ovviamente è esploso Twitter, con gran gioia dei NAFO e compagnia CAN-tante (eh, scusate). Allora ho deciso di vederci chiaro, partendo dalla prima notizia.

Cinque giorni fa, sui canali ucraini è stato diffuso un video, in risposta a certe affermazioni propagandistiche russe secondo le quali le truppe ucraine a Bahmut avevano il morale a pezzi e si stavano ritirando.

Alcuni soldati ucraini hanno girato un video nella fabbrica SINIAT (cerchiata in blu nella prima foto) e lo hanno diffuso, a dimostrazione del fatto che non avevano nessuna intenzione di andarsene e che il loro morale era altissimo. Alcuni canali ucraini hanno rilanciato la foto, ma vuoi apposta vuoi per errore, hanno detto che era stata scattata al cementificio

Sui canali ucraini la notizia però è morta lì, perché loro lo sanno bene che al cementificio c’è la Wagner, ed è dura sloggiarli: ma da noi è stata immediatamente ripresa, senza bisogno di controllo, e rilanciata all’infinito, come ogni notizia di successo ucraino. E quindi, smontata la questione del cementificio.

La notizia di stamattina è ancora più assurda. Appena vista la foto postata da Röpke, mi sono detto “quella è un’uniforme russa”. Sono pochi centimetri, ma a furia di praticare mimetiche da più o meno quarant’anni ho un certo occhio.

E poi mi sono detto, ma io quel sopracciglio ad ala di gabbiano lo conosco (in realtà mi sono detto, più brutalmente, “ma io ‘o saccio a chisto”). E infatti. La foto è un frame di un servizio del giornalista russo Denis Kulaga, preso dal suo canale Telegram stamattina – terza foto, ovviamente. E sì, è effettivamente a cinque chilometri da Bahmut, dove appunto c’è l’unità di “Buratino” protagonista del suo servizio, che bombarda Bahmut come se non ci fosse un domani.

Alla fine Röpke, che non è affatto una persona sciocca, ha ammesso di esserci cascato. Vediamo quando lo ammettono i nostri.

Guerra in Ucraina, la bufala sul contrattacco a Bahmut

* ripreso da Francesco Dall’Aglio ricercatore dell’Istituto di Studi Storici dell’Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria)

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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