Immagine di linee scoperte recentemente a Nazca
Le linee di Nazca sono geoglifi, linee tracciate sul terreno, del deserto di Nazca, un altopiano arido che si estende per una ottantina di chilometri tra le città di Nazca e di Palpa, nel Perù meridionale. Le oltre linee vanno a formare disegni, che includono i profili stilizzati di animali comuni nell’area (la balena, il pappagallo, la lucertola lunga più di 180 metri, il colibrì, il condor e l’enorme ragno lungo circa 45 metri).  Per un anno intero, una volta al mese, vado e torno da Lima ad Ancascocha e Coracora, nelle Ande centro meridionali. Parto nel primo pomeriggio, viaggio lungo la panamericana e faccio una sosta per dormire a Nazca all’Hotel de Turistas, perché non è consigliabile andare di notte ad Ancascocha. La sera ascolto Maria Reiche parlare de las lineas.  Un giorno mi prendo una vacanza e con pochi altri seguo Maria Rieche fino a una torre metallica al lato della panamericana, da lì fino a Palpa si estende la Pampa Colorada, dove si trovano la maggior parte dei disegni. Un calore che brucia e il vento che alza la sabbia non mi permettono di vedere e capire molto. Osservo da vicino Maria Reiche, alta e magra, un poco curva, occhi azzurro-grigi dietro gli occhiali, capelli bianchi spettinati, pelle del viso consunta dall’aria e abbronzata dal sole.  Nel primo pomeriggio con un piccolo aereo, un Cesna, sorvolo per una trentina di minuti un deserto di sabbia, un paesaggio lunare, con i suoi disegni: un’iguana, un gabbiano, pesci, un cane, figure geometriche che possono essere visti solo dal cielo. Distinguo bene le linee che secondo l’archeologa tedesca puntano alla luna, al sole e alle stelle.   
Ora a Nazca, sul sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO,  dal 2004 opera un gruppo di ricerca giapponese dell’Università di Yamagata, guidato dal professor  dal professor Sakai Masato in collaborazione con l’archeologo peruviano Jorge Olano.  Con recenti nuove scoperte,168 geoglifi,   il gruppo ha scoperto un totale di 358 geoglifi che si ritiene risalgano al 100 a.C. e 300 d.C  Un comunicato, che rileva anche che 77 dei reperti erano concentrati in un parco archeologico istituito nel 2017 vicino al centro della città di Nazca. Altri 36 di questi geoglifi sono stati scoperti nella zona di Aja, vicino alla città di Nazca.
La scoperta di 41 geoglifi in quest’area è stata annunciata dall’Università di Yamagata nel 2014 e nel 2015, portando alla creazione di un parco archeologico nel 2017 in collaborazione con il Ministero della Cultura peruviano. Con questa scoperta, è ormai noto che in questo parco archeologico sono concentrati un totale di 77 geoglifi.
I risultati di questa scoperta saranno applicati a futuri studi basati sull’intelligenza artificiale sulla distribuzione dei geoglifi di Nazca e sulla loro protezione, è stato annunciato. I geoglifi sembrano rappresentare uomini e animali. Sono stati creati rimuovendo pietre nere dalla superficie della terra per rivelare una superficie di sabbia bianca sottostante.
La scoperta ha stabilito che esistono due tipi di geoglifi: uno lineare e l’altro in rilievo. Del numero totale di geoglifi scoperti nello studio, solo cinque sono del primo tipo, mentre 163 sono del secondo. La maggior parte dei geoglifi di quest’ultimo tipo sono piccoli, meno di 10 metri di diametro, e sono distribuiti principalmente lungo antichi sentieri.
I geoglifi sembrano rappresentare uomini e animali. Sono stati creati rimuovendo pietre nere dalla superficie della terra per rivelare una superficie di sabbia bianca sottostante.

Maria Reiche e una linea di Nazca

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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