In questi giorni abbiamo sentito delle dichiarazioni inquietanti di alti esponenti dell’Unione Europea e della NATO, contemporaneamente all’escalation segnata dall’invio di armi ancor piรน mortali. Prima Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo, ha detto che c’รจ bisogno di un’economia di guerra nella UE, con l’implementazione anche di standard comuni sulla produzione e l’esportazione di armamenti. Poi ieri Rob Bauer, capo del Comitato militare della NATO, ha ribadito il paradosso per cui i membri dell’alleanza atlantica hanno bisogno di “un’economia di guerra in tempo di pace”.
Oltre all’evidente corsa verso il baratro della guerra, queste affermazioni portano con sรฉ la necessitร di dare prioritร alla produzione bellica piuttosto che a quella civile, pianificando anche l’uso delle risorse disponibili. Parole di Bauer stesso, ricordandoci che la pianificazione si puรฒ sostituire alla logica del libero mercato, ma solo se serve a portare morte e distruzione, non per incontrare gli interessi dei settori popolari. Si sottointende infatti che saranno loro a pagarne le spese, i settori di cui le esigenze sono completamente opposte a quelle della guerra portata avanti dalle nostre classi dirigenti.
Vogliamo pace, lavoro, tutela dell’ambiente e dei territori, non piรน armi!
Marta Collot PaP UP