Ieri con un forum a Istanbul si è concluso il lavoro della delegazione internazionale che in questi giorni ha raccolto testimonianze in #Turchia da parte di ong, partiti, associazioni, organizzazioni della società civile, avvocati, medici, giuristi, familiari di detenuti e vittime della repressione, persone torturate.

I dati e le storie che abbiamo ascoltato hanno fatto emerge un quadro in cui il controllo del governo sul potere giudiziario è tale da produrre una sistematica violazione dei principi minimi su cui dovrebbe basarsi uno stato di diritto. Come ci ha detto un professore di diritto costituzionale che presiede la commissione dei diritti umani dell’ordine degli avvocati il potere giudiziario in Turchia è sotto il controllo del governo e tutto il resto ne consegue.

Il numero dei detenuti è cresciuto dai 55.000 del 2005 ai 350.000 del 2022.

In particolare è emersa la gravità del caso di Ocalan, il Nelson Mandela del popolo curdo detenuto da 24 anni in regime di totale isolamento che si è sempre più inasprito. Da 3 anni non vengono autorizzate visite nell’isola prigione di Imrali da parte di avvocati e familiari. L’ultimo colloquio telefonico con i suoi familiari risale al 2021.

È lecito domandarsi se Ocalan sia ancora vivo e questa domanda i governi europei e l’UE dovrebbero porla a Erdogan.

Nel 2022 il Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e di trattamenti disumani e degradanti (CPT) non ha potuto visitare Ocalan.

Ufficialmente la versione sarebbe che Ocalan avrebbe rifiutato di incontrarli a Imrali. Ma questa informazione sarebbe attendibile se il CPT avesse dichiarato di aver ricevuto tale comunicazione da Ocalan stesso. Ma questo non possiamo saperlo perché il governo turco non ha autorizzato la pubblicazione del rapporto di questo organismo del Consiglio d’Europa sulla #Turchia.

Va detto che gli avvocati di Ocalan dopo averlo incontrato finiscono da anni incriminati e in prigione con l’accusa di terrorismo.

Nella foto l’intervento di Ebru Günay che in qualità di avvocata di Ocalan ha passato 5 anni in prigione. Ora è portavoce del Peoples’ Democratic Party – HDP, il partito della sinistra curda contro il quale è aperto un procedimento di scioglimento. Erdogan si vuole liberare di Hdp prima delle elezioni di maggio.

Le galere sono strapiene di militanti, dirigenti, sindaci, parlamentari dell’Hdp che vengono accusati di terrorismo.
Da 6 anni sono detenuti anche i due co-presidenti Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ.

I parlamentari di #Hdp stanno facendo un presidio permanente da più di venti giorni per chiedere che siano consentite visite a Ocalan.

Il regime a cui è sottoposto Ocalan è del tutto extralegale oltre che in contrasto con il diritto internazionale e le stesse leggi turche.

Mercoledì faremo come delegazione italiana una conferenza stampa a Roma.

Partito della Rifondazione Comunista

Unione Popolare

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