Vincenzo Costa

La destra italiana per come la conosciamo, senza questo PD, non avrebbe più motivo di esistere. Si sostengono a vicenda. Se crolla una crolla l’altra.

Destra e PD, nemici amici

Anche in Lombardia, con tutta probabilità, vincerà il centro destra, e questa cosa non può che destare stupore, non per ragioni politiche ovviamente opinabili, ma per il fatto che presenta una classe dirigente decisamente scadente, come del resto a livello nazionale.

Su questo credo si possa essere d’accordo comunque la si pensi e quale che sia la posizione politica. Il povero Fontana non ha davvero i requisiti minimi per governare la regione locomotiva del paese, come Sangiuliano al ministero della cultura è imbarazzante, e Valditara non è esattamente quello che occorre in una economia della conoscenza.

Ma allora, perché vince?

Una prima risposta è ovvia: gli italiani sono fessi, stupidi, fascisti. Con chi pensa così è inutile discutere. Sono i filosofi che si abbeverano al corriere, repubblica, domani. Con costoro non mette più conto discutere.

La risposta ce la da invece una candidata alla segreteria dei PD che, in un post sponsorizzato che mi appare su FB, scrive che conosce molto bene il PD e sa che
“da sempre è guidato da un’oligarchia e se non cambia la classe dirigente non cambierà mai nulla”.

È proprio così. La De Micheli ha ragione, e del resto conosce bene il PD, la sua autoreferenzialita’, il suo circuito chiuso, familistico. E agli elettori è chiaro che in quel partito di democratico e di popolare non c’è nulla, e per questo lo odiano.

Gli elettori sono perfettamente consapevoli della pochezza della classe dirigente del centro destra. Ma sanno che l’alternativa sarebbe quella oligarchia spocchiosa e delirante del PD, una oligarchia totalmente aliena dalla realtà, che non comprende il paese. E se non lo comprende non può governarlo, perché lo distruggerebbe.

E allora, senza amare il centro destra, sapendo che destra e sinistra sono solo espressione di divergenti interessi all’interno delle classi dominanti (una lotta interna alla borghesia lombarda, in questo caso), vota il meno peggio. O sceglie di non votare. E così sarà per il prossimo decennio, così sarà sin quando esisterà il PD.

Se la classe dirigente di questo partito avesse a cuore il paese, se davvero ritenesse necessario dare al paese una svolta dovrebbe fare una cosa semplice: dimettersi in massa.

Presentarsi in tv al gran completo e dire: abbiamo fallito, ci siamo resi odiosi, siamo responsabili di trent’anni di declino del paese, dell’ impoverimento della classi popolare, abbiamo dilapidato il patrimonio di fiducia ereditato dai due grandi partiti di massa che abbiamo bruciato.

Il punto è che la destra governa perché esiste il PD.

Sin quando non si capisce questo non sarà possibile alcun cambiamento.

Cesserà di governare quando le persone non avranno più paura che torni questo PD, quando Veltroni, serrachiani, Bonaccini, Schlein, speranza, Letta semplicemente spariranno, e con loro tutta la cultura politica e intellettuale che in questi decenni si è coagulata attorno al PD.

Sin quando l’alternativa è il PD e la sua cultura spocchiosa e sterile il centro destra ha un’assicurazione sulla vita.

Se c’è una cosa che il centro destra teme è che il PD sparisca. Sa che poi non avrebbe più motivo di esistere. Destra e sinistra si sostengono a vicenda. Se crolla una crolla l’altra

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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