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Marquez

Duplice tragedia per la Siria devastata dal terremoto e dalle sanzioni unilateralmente imposte dagli USA, che viene anche rimossa dai media: gli aiuti ufficiali post sisma solo alla Turchia. Anche Matterella non cita Damasco nel suo comunicato ma solo il paese di Erdogan.

La Siria devastata dal terremoto e dall’indifferenza

Partiamo da un dato che anticipa già la questione: questi sono i paesi che hanno mandato o stanno per mandare aiuti alla Siria (oltre che alla Turchia): Iran, Iraq, Algeria, Russia, Libano, Giordania, India, Cina, Tunisia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Germania (solo finanziamenti, via associazioni umanitarie) e la Nuova Zelanda (finanziamenti, via Mezzaluna Rossa).
Il resto del mondo occidentale? Al momento nulla: è la scure che si abbatte su Assad.

Il devastante sisma che ha colpito Turchia e Siria avrà conseguenze probabilmente più gravi su quest’ultimo paese per via delle drammatiche condizioni economico-sociali in cui l’ha costretto oltre un decennio di guerra alimentata dagli Stati Uniti e dai loro alleati e dal successivo ingresso diretto nel conflitto della Russia in stretta alleanza con Assad, il leader di Damasco inviso all’Occidente.

La conseguenza è che l’attenzione mediatica – e dei soccorsi –  dopo il terremoto si è  concentrata quasi esclusivamente sulla Turchia, mentre la Siria rischia di restare senza gli aiuti necessari a causa sia delle sanzioni (ricordiamolo, imposte unilateralmente da Washington, che ancora manovrano per il cambio di regime a Damasco).

Le vittime accertate nel martoriato paese mediorientale ammontano finora a circa 1.700, ma è un calcolo lontano dall’essere definitivo. I leader politici occidentali ad oggi si sono limitati al cordoglio per la popolazione civile colpita, con generiche promesse di aiuti tramite organizzazioni non governative, senza interventi diretti, sottolineando tutto questo con la scelta di citare soltanto la Turchia nelle varie dichiarazioni ufficiali emesse in questi giorni. Tra questi, ovviamente, non poteva mancare l’Italia con il presidente Mattarella che nel comunicato pubblicato dall’account Twitter del Quirinale, si rivolto soltanto alla Turchia.

Capofila di questa vergognosa rimozione è il dipartimento di Stato americano, con il portavoce, Ned Price, che ha fatto sapere che, nell’assistenza post-sisma, Washington avrà come partner, da un lato, il governo turco e, per quanto riguarda la Siria, “le ONG sul campo che stanno garantendo supporto umanitario”.  Traduzione: gli Stati Uniti – del tutto arbitrariamente-  continueranno a non riconoscere la legittimità del governo siriano e a mantenere le pesantissime sanzioni economiche che strangolano il paese mediorientale. E i terremotati si arrangino.

Severissimo il commento del giornalista Alberto Negri che richiama l’attenzione sulla Siria cancellata: «Ambasciate siriane chiuse, niente relazioni diplomatiche, sanzioni europee e Usa pervasive, Biden che non cita la Siria nel suo discorso sul terremoto: neppure questa tragedia smuove la geopolitica occidentale. Solo minoranze laiche e cristiane rivolgono un pensiero a quel Paese: vorrei strappare i miei articoli da Kobane, Aleppo, dal Rojava, e farli a pezzi davanti a questa diplomazia del livore che ignora la sorte dei popoli».

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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