Gli occidentali e loro alleati israeliani non mostrano nessuna compassione umana per la Siria devastata dal terremoto, anzi sfruttano l’occasione per mettere alle strette il governo di Damasco, mentre la Russia coordina gli aiuti umanitari per le vittime del sisma.

Continua a salire il bilancio dei morti delle scosse di terremoto che hanno colpito la Turchia e la Siria, con un totale di almeno 50.000 vittime accertate e oltre 115.00 feriti. Ma a fermarsi non sono neppure le politiche criminali dell’Occidente collettivo a guida statunitense e del cane da guardia di Washington in Medio Oriente, Israele, che anzi continuano ad infierire sulla devastata Siria, sperando di dare il colpo fatale al governo di Baššār Ḥāfiẓ al-Assad.

Gli occidentali, preoccupati delle crisi umanitarie solo quando fa loro comodo, hanno solamente finto di interrompere le sanzioni unilaterali imposte contro Damasco, come avevamo sottolineato nel nostro precedente articolo, principalmente al fine di sostenere i cosiddetti “ribelli”, ovvero i gruppi terroristici che combattono contro le truppe regolari del governo siriano.

Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo, e precisamente dal vice capo del Centro russo per la riconciliazione delle parti opposte in Siria, Oleg Gurinov, militanti di unità armate illegali stanno bloccando il regolare flusso degli aiuti ai terremotati nelle aree circostanti Idlib, città sotto il controllo dei terroristi sostenuti dall’Occidente, appartenenti all’organizzazione jihadista Hay’at Tahrir al-Sham.

Le sanzioni occidentali non avevano certo mancato di causare gravi danni alla popolazione neppure negli anni passati, con il terremoto che è andato solamente ad acuire una situazione di per sé già molto grave. Un’analisi pubblicata nel luglio 2022 della rinomata Tufts University di Boston, osserva che le sanzioni non solo impediscono le importazioni di generi alimentari rendendo le consegne e i pagamenti praticamente impossibili, bloccando i settori dei trasporti e finanziario, ma danneggiano anche l’agricoltura tradizionalmente forte della Siria, vietando, ad esempio, l’importazione di attrezzature come pompe di irrigazione e bulldozer o persino carburante. Tutto questo ha innescato una rapida svalutazione della valuta e ha avuto un impatto negativo sul flusso di rimesse dall’estero verso la Siria – un’importante fonte di reddito per molti siriani. Secondo il World Food Program, prima del terremoto 12 dei 22 milioni di siriani vivevano in una situazione di insicurezza alimentare, situazione che non può che essersi acuita dopo il sisma.

La Siria ha anche denunciato il protarsi dei bombardamenti israeliani su Damasco, in particolare quello avvenuto lo scorso 19 febbraio, che ha comportato vittime umane e gravi danni, anciato da quattro aerei da combattimento F-16 dell’aeronautica sionista. Ancora Gurinov ha riferito quanto segue: “Dalle 00:22 alle 00:27 del 19 febbraio, quattro jet tattici F-16 dell’aviazione israeliana hanno lanciato un attacco missilistico su Damasco dalle alture del Golan (territorio siriano illegalmente occupato da israele, ndr). Di conseguenza, gli edifici dell’Istituto tecnico di arti applicate e il Centro culturale nel quartiere di Kaft Sousa sono stati distrutti“. Inoltre, cinque persone sono rimaste uccise ed altre quindici ferite.

La Federazione Russa ha condannato fermamente gli attacchi di Israele a Damasco, definendoli una flagrante violazione del diritto internazionale, secondo quanto dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Marija Zacharova: “Condanniamo fermamente le attività militari di Israele, che costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale. Incoraggiamo vivamente Israele a cessare le provocazioni armate contro la Repubblica Araba Siriana e ad astenersi da azioni che potrebbero avere conseguenze di vasta portata per l’insieme della regione“.

La diplomatica russa ha sottolineato che gli attacchi aerei israeliani sul territorio della Siria sono assolutamente inaccettabili, soprattutto mentre molti Paesi, tra cui la Russia, stanno attivamente aiutando il paese a superare le conseguenze del devastante terremoto, mettendo a disposizione soccorritori, medici e forniture umanitarie.

Mentre l’opulento Occidente si prodiga nel regalare miliardi di dollari in armamenti all’Ucraina e nel fornire assistenza ai terremotati in Turchia, solamente diciannove Paesi – tra i quali figurano Russia, Bielorussia, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Vietnam – sono attualmente impegnati nelle aree terremotate in Siria. Gli aiuti in Siria sono principalmente coordinati dal contingente russo, che dispone della base aerea militare di Chmejmim, dove sono atterrati oltre settanta voli umanitari. Secondo Gurinov, i medici russi e bielorussi continuano a offrire servizi medici ai siriani feriti dal devastante terremoto nell’ospedale da campo: più di 1.400 persone hanno ricevuto assistenza medica dal 17 febbraio.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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