Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che riporta in vita il progetto del ponte sullo stretto di Messina. Il progetto accantonato piรน di dieci anni fa รจ stato recuperato, anche se ovviamente dovrร vedere degli aggiornamenti. Il progetto esecutivo dovrebbe essere approvato entro il 31 luglio del 2024, per avviare i lavori entro quello stesso anno.
Dal 1971 a oggi, per quest’opera di cui i dati di transito dello stretto palesano l’inutilitร e i rapporti sulla fattibilitร mostrano la pericolositร , abbiamo giร speso un miliardo di euro tra penali e indennizzi. I costi potrebbero di realizzazione potrebbero essere sette volte tanto, ma anche il progetto definitivo non partisse, lo stesso Presidente della regione Calabria ha ricordato che ci sono diversi lavori complementari da fare, che intanto faranno girare importanti somme nell’edilizia.
Salvini ha detto che sarร “l’opera piรน green del mondo”. Difficile crederlo, se il suo stesso governo ha tagliato ulteriormente gli obblighi per la valutazione di impatto ambientale quando di mezzo ci sono i fondi europei, tra cui il centrodestra vorrebbe trovare i finanziamenti necessari all’opera. E non a caso, Bruxelles sembra pronta a finanziare la prima fase di fattibilitร .
La logica delle grandi opere รจ un pozzo senza fondo per grandi potentati economici, con tempi che si allungano e costi che levitano. E significa devastazione ambientale e territori ricattati con promesse di occupazione. Invece di queste politiche, serve perseguire l’assunzione strutturale di migliaia di lavoratori per la messa in sicurezza del territorio e la rivitalizzazione del tessuto industriale del paese, soprattutto al Sud.
Marta Collot Pap UP