In Italia gran parte delle testate giornalistiche ha diffuso la notizia del ripensamento di Pechino e Nuova Delhi sul riconoscimento dell’aggressione russa dell’Ucraina. “Cina e India riconoscono ‘l’aggressione russa’ all’Onu”, ha titolato Ansa; Open ha rilanciato aggiungendo un “per la prima volta” all’interno del titolo, mentre Matteo Renzi all’esordio da direttore de Il Riformista ha optato per un “Cina e India scaricano Putin all’Onu”. Insomma, la narrazione è tanto chiara quanto fuorviante: una conseguenza della deriva del giornalismo contemporaneo, ossessionato dall’inseguire la notizia fino a forzarla. In sede ONU è stata sì votata una risoluzione col voto favorevole di India e Cina, ma riguardava la collaborazione generale tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Precedentemente, l’Assemblea aveva votato per inserire nella risoluzione anche un paragrafo che faceva riferimento proprio alla Russia come Stato aggressore, ma Cina e India si sono astenute.
L’euforia del “ripensamento” da parte dei due Paesi asiatici ha colpito non solo il settore giornalistico ma anche il mondo politico. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha accolto il voto dei due Paesi «con favore». «La risoluzione – ha sottolineato in un tweet – qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa». «Il riconoscimento di Cina e India dell’aggressione russa può diventare uno spartiacque nella crisi ucraina», ha dichiarato invece l’ex segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, salvo poi ritornare sui propri passi qualche ora dopo: «è stato chiarito che Cina e India, pur votando a favore del testo finale che lo conteneva, sullo specifico paragrafo della risoluzione sull’aggressione russa si sono astenuti». La notizia del “ripensamento”, al di là della retorica, è una forzatura che non cambia la posizione di neutralità di Cina e India, assunta anche a marzo 2022, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina con 141 voti favorevoli, cinque contrari e 35 astenuti, tra cui proprio Pechino e Nuova Delhi.
Vista la diffusione a livello globale della fake news, è intervenuta la stessa Rappresentanza Permanente di Cina presso le Nazioni Unite, che ha dichiarato: «Il voto favorevole era relativo all’intero testo della risoluzione e non può essere considerato un’approvazione del paragrafo [9 NdR]».
[di Salvatore Toscano]