Le elezioni legislative in Mauritania hanno rafforzato il potere del presidente Mohamed Ould Ghazouani, mentre il suo predecessore Mohamed Ould Abdel Aziz si trova alle prese con procedimenti giudiziari.

Tra il 13 ed il 27 maggio, si sono svolte in Mauritania le elezioni legislative per il rinnovamento dei 176 seggi che compongono l’Assemblea Nazionale di Nouakchott. Per il presidente Mohamed Ould Ghazouani si trattava di un importante banco di prova, trattandosi delle prime elezioni da quando è entrato in carica, nel 2019, al posto di Mohamed Ould Abdel Aziz, il quale aveva raggiunto il limite dei due mandati. In quell’occasione, le elezioni presidenziali mauritane vennero considerate come un esempio di passaggio pacifico del potere, un evento tutt’altro che scontato nei Paesi del Sahel.

Ad uscire vincitore dalle elezioni è stato proprio il Partito El Insaf (più correttamente, ḥizb al-inṣāf, ovvero Partito dell’Equità) del presidente Ghazouani, che ha eletto ben 107 deputati, vedendo la propria rappresentanza incrementata di quattordici elementi. Al di là del partito di governo, le elezioni hanno visto un grande frazionamento tra le altre forze politiche, visto che in totale sono quindici i partiti ad aver ottenuto almeno un seggio. Alle spalle di El Insaf, troviamo il Raggruppamento Nazionale per la Riforma e lo Sviluppo, meglio noto come Tewassoul, il partito legato ai Fratelli Musulmani, che ha ottenuto undici seggi, mentre l’Unione per la Democrazia e il Progresso (UDP), guidata dall’ex ministra degli Affari Esteri Naha Mint Mouknass, ha eletto dieci rappresentanti.

Sebbene alcune forze di opposizione abbiano accusato il governo di aver organizzato elezioni poco trasparenti, le operazioni di voto si sono complessivamente tenute in un clima pacifico. “La nostra macchina da campagna elettorale è molto più potente delle altre, e questo ha dato i suoi risultati“, ha spiegato Mohamed Yayha Horma, vicepresidente del partito El Insaf. “Se contate il numero di seggi dove ci sono state segnalazioni e per i quali vengono chieste rettifiche, noterete che non hanno assolutamente nessun impatto su queste elezioni“.

Diversa l’opinione di Soubbi Weddady, vicepresidente del partito islamista Tewassoul, che si impone come principale forza di opposizione, ma resta ben lontano dai numeri di El Insaf: “Se guardiamo alla forte presenza del partito Tewassoul e alla sua popolarità, è chiaro che se queste elezioni fossero state organizzate in maniera del tutto trasparente, avremmo avuto risultati molto migliori. Nonostante tutto questo, Tawassoul ricopre un ruolo importante come principale forza di opposizione, che conferma il suo posto nello spettro politico”, ha dichiarato Weddady.

Il prossimo anno dovrebbero svolgersi in Mauritania le elezioni presidenziali, con il capo di Stato Mohamed Ould Ghazouani grande favorito per un secondo mandato. Nel frattempo, il suo predecessore, Mohamed Ould Abdel Aziz, non se la passa affatto bene. L’ex generale e presidente si trova infatti sotto processo, accusato di aver accumulato una fortuna personale illegale durante i suoi 11 anni al potere, insieme ad altri ex membri del suo governo. Nello specifico, Aziz è sospettato di aver sottratto denaro da contratti statali o dalla vendita di immobili e di aver accumulato una fortuna equivalente a oltre 72 milioni di dollari.

L’ex presidente viene considerato da molti analisti e dai suoi sostenitori come l’uomo che ha posto fine alle violenze dei gruppi armati in Mauritania, oltre ad aver permesso il primo passaggio pacifico di potere nella storia della Mauritania indipendente. Al tempo della sua leadership, l’attuale presidente Ghazouani, anche lui ex generale dell’esercito, veniva considerato come il suo braccio destro, avendo giocato un ruolo chiave nella riuscita strategia di Aziz contro i gruppi armati. Tuttavia, una volta salito al potere, Ghazouani non ha risparmiato critiche al suo predecessore, permettendo l’apertura di un’indagine di monitoraggio sui rapporti finanziari.

Nel frattempo, la questione dei gruppi armati che imperversano nella regione non è stata affatto risolta. Se la loro azione è stata limitata in Mauritania dalle politiche repressive degli ultimi due presidenti, il governo di Nouakchott continua a collaborare con i Paesi limitrofi, dove le violenze sono molto diffuse. “Senza un maggiore sostegno internazionale e una cooperazione regionale, l’instabilità aumenterà verso i paesi costieri dell’Africa occidentale”, ha commentato il segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite per l’Africa, la ghanese Martha Pobee, durante una riunione del Consiglio di sicurezza. “Sono assolutamente necessari progressi decisi nella lotta contro il terrorismo, l’estremismo violento e la criminalità organizzata nel Sahel“, ha continuato Pobee. “Gli effetti devastanti della continua destabilizzazione del Sahel si farebbero sentire ben oltre la regione e il continente africano”.

Ad oggi, la forza antiterrorismo del Sahel è composta da Burkina FasoCiad, Mauritania e Niger, ma questa è stata indebolita dalla fuoriuscita del Mali dal cosiddetto G5 Sahel, dopo che Bamako ha abbandonato il meccanismo di cooperazione militare lo scorso anno. Il Mali mantiene comunque meccanismi di cooperazione bilaterali con Niger e Burkina Faso, ma la situazione resta ancora molto instabile in questi Paesi.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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