Egle Possetti e viadotto Morandi crollato

Sono stati tutti rinviati a giudizio i 59 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul crollo di ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. Il processo ha preso  il via il 7 luglio 2022.  

Egle Possetti, presidente del Comitato dei Parenti delle Vittime del ponte Morandi, il Comitato è stato accettato come parte civile nel processo che dovrebbe accertare tutte le responsabilità per quella strage, ha cosi’ dichiarato. “È stato un anno intenso perchè proprio la piega che ha preso il processo è quella di una forte intensità di udienze, di lavoro”, ha detto Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime ponte Morandi. “Di questo sono contenta perchè il processo è difficile e ci sono tanti imputati. È stato un anno in cui abbiamo visto emergere elementi aggiuntivi sempre più importanti, che confermano quello che noi parenti sapevamo: che quel ponte è stato abbandonato a se stesso per troppi anni, e lo confermano proprio i testimoni”. “Stare in aula tutti i giorni noi lo sentiamo come molto difficile, ormai. Ci sono tanti elementi che ci fanno stare male, ci sono sempre gli avvocati che ci supportano, però stare li è molto difficile. Sentire le intercettazioni, le parole, il dolo con cui vengono dette le cose è qualcosa che lascia allibiti, sia noi che centinaia di persone che magari lo scoprono dopo, anche perchè a livello nazionale se ne parla troppo poco”.  “Ogni tanto ci si dice, fra noi, chissà se ci sarà il colpevole? Dalle loro parole sembra che nessuno abbia fatto nulla, però un ponte è crollato”. “In questo paese non ci può essere nessuna certezza. Ovviamente noi abbiamo un attenzione ai massimi livelli perchè cerchiamo di tenere sotto controllo tutto quello che accade. La speranza è quelle che ci fa andare avanti, se non l’avessimo non potremmo pensare di arrivare a un qualche tipo di giustizia. Abbiamo perso troppo per arrenderci, hanno sbagliato in modo eclatante quelli che hanno permesso che questo ponte crollasse – continua Possetti -. Tanti hanno grosse responsabilità, altri sapevano e sono stati zitti. Poi gli azionisti, che hanno colpe morali enormi e non si sono mai fatti delle domande, o forse si”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy