La Francia se ne deve andare
Grande è la confusione sotto il cielo del Niger, ma la situazione non è eccellente, anzi. Il confronto tra il presidente deposto Mohamed Bazoum. e quello golpista Abdourahamane Tchiani non è ancora concluso. L’ unica cosa certa è l’avversione del popolo del Niger per la Francia.
I militari che hanno preso il potere a Niamey hanno annunciato domenica scorsa 6 agosto di aver chiuso lo spazio del Niger allo scadere dell’ultimatum del CEDEAO per ristabilire nelle sue funzioni il presidente deposto Mohamed Bazoum. Così il comunicato.” Di fronte a una minaccia di intervento da parte di paesi vicini lo spazio arereo nigerino è chiuso fino a nuovo ordine e ogni tentativo di violazione riceverà una risposta energica e istantanea”. In un altro comunicato il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria preparativo per un intervento è stato predisposto in due paesi dell’Africa centrale e ogni Stato coinvolto sarà considerato in guerra.” Le frontiere terrestri e areree con 5 paesi confinanti con il Niger sono state riaperte il 2 agosto, dopo una settimana dalla loro chiusura quando il colpo di stato del 26 luglio che aveva rovesciato il presidente eletto Mohamed Bazoum. Questi paesi sono l’Algeria, il Burkina Faso, la Libia, Il Mali e il Chad.
L’ultimatum era stato trasmesso dalla CEDEAO militari che avevano preso il potere il 30 luglio ed esige un ripristino nelle sue funzioni del presidente Bazoum sotto minaccia di un intervento militare ed è spirato a mezzanotte ora di Nimey ( 1 ora del mattino di lunedì a Roma), ma i golpisti non hanno mostrato nesuna volontà di abbassare le armi.
Le dimensioni della forza da mobilitare per un possibile intervento militare sono state definite venerdì scorso dai capi di stato maggiore della CEDEAO e da altri eserciti come Senegal e Costa d’Avorio disposti a partecipare. Comunque non vi è unità. Per esempio il senato della Nigeria ha smentito il proprio presidente, favorevole all’intervento armato in Niger.
Domenica sera oltre 30000 partigiani del colpo di Stato militare si sono radunati nello stadio di Niamey acclamando i nuovi dirigenti sventolando i loro ritratti. Il generale Mohamed Toumba, numero 3 del CNSP ha preso la parola per denunciare coloro che sabotano la marcia in avanti del Niger.
Il CNSP ha ricevuto il sostegno dei dirigenti del Mali e del Burkina Faso, paesi che hanno raggiunto il potere nel 2020 e nel 2022 con dei colpi di stato, e hanno di chiarato che un intervento armato in Niger sarebbe anche una dichiarazione di guerra a loro.
Anche l’Algeria, attore importante nel Sahel e condivide circa 1000 km di confine con il Niger ha epresso riserve per un intervento armato e il presidente algerino Abdelmadjid Tebbouane ha dichiarato che questo sarebbe una minaccia diretta per il proprio paese.
Mappa del Niger, del Mali, della Guinea e del Burkina Faso