SAO PAULO, BRAZIL - OCTOBER 30: . (Photo by Mauro Horita/Getty Images)

Il vertice dei Brics è un fatto storico. E’ diritto dei paesi che non fanno parte della Triade, USA-UE-Giappone, darsi strumenti di iniziativa economica diversi dal Fondo Monetario Internazionale.

Quando Lula annuncia che vogliono dotarsi di una banca forte come il FMI e che presti soldi a condizioni diverse non fa che indicare un’esigenza che si pone da decenni. Il fatto che a guidarla sarà una compagna come Dilma Roussef, ex-presidente del Brasile ed ex guerrigliera contro la dittatura militare, è un segnale positivo per i popoli del sud del mondo che hanno subito per tanti decenni le angherie dei piani di aggiustamento strutturale del FMI.
Vale lo stesso per la proposta di una moneta comune diversa dal dollaro per i commerci tra BRICS. La proposta di allargare il numero dei Paesi aderenti rafforza solidarietà tra paesi del sud globale.

Senza idealizzare i BRICS, tra i quali ci sono paesi profondamente diversi, è una realtà che il mondo non può essere dominato in maniera unipolare dal blocco occidentale e in ultima istanza dagli Stati Uniti.

Questa nuova realtà può essere affrontata solo favorendo la pace, la cooperazione e il dialogo.

E’ assurdo pensare di fare la guerra ai BRICS, come paiono intenzionati gli USA, l’Unione Europea e la NATO. Il ruolo dell’Italia, se davvero si vogliono fare piani che riprendano la lezione di Enrico Mattei, è quello della cooperazione con i Brics. Purtroppo Giorgia Meloni, come il centrosinistra, scodinzola al seguito degli USA e della Commissione Europea invece di assumere iniziative autonome forti.

Ricordo che il vertice è ospitato in Sud Africa dove per decenni imperava il sistema dell’apartheid con il sostegbo di USA che contribuirono all’arresto di Nelson Mandela e lo tennero per decenni nel proprio elenco dei terroristi.

Gli USA non hanno titoli per ergersi a gendarmi globali. Piuttosto la migliore risposta alla sfida che i #BRICS pongono al blocco occidentale è rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare

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