Paolo Desogus

Secondo Repubblica lo studio è finalizzato al lavoro e il lavoro è finalizzato al reddito: più è alto il reddito, maggiore è la realizzazione. Il resto appare come spreco.

A cosa serve studiare? La versione di Repubblica

Su Repubblica di ieri è comparso un articolo interattivo che dovrebbe aiutare gli studenti a scegliere la facoltà in cui iscriversi. È senz’altro un dossier ricco e articolato. Quello che però colpisce è il fondo ideologico.

I testi e le varie tabelle sono tutti indirizzanti a fornire informazioni utili sul tempo che occorre a trovare lavoro e sul reddito medio ricavabile dalle tendenze degli anni precedenti.

Il messaggio che si lancia ai ragazzi è molto semplice: il modo più razionale per scegliere la facoltà è il guadagno. Lo studio è finalizzato al lavoro e il lavoro è finalizzato al reddito: più è alto il reddito, maggiore è la realizzazione. Il resto appare come spreco.

La soddisfazione culturale, l’emancipazione da realizzare mediante lo studio, così come l’idea che con l’iscrizione all’università si partecipi al lavoro di una comunità del sapere, ebbene tutto questo non esiste se non in una forma biecamente monetizzabile. Secondo Repubblica ci si iscrive all’università come si va in un negozio per acquistare il prodotto più conveniente.

Difficile immaginare qualcosa di più squallido e alienante dell’esistenza lavorativa pensata da Repubblica. Ma del resto questa impostazione economicista della vita è la stessa che plasma la visione complessiva del mondo di questo quotidiano e per estensione della sua appendice politica, cioè il Pd: una visione del mondo triste e miserabile, anche se promette di far guadagnare molti soldi e di ottenere in breve tempo un grosso suv da sfoggiare in un parcheggio in doppia fila

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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