Tina Modotti con alle spalle sue foto


Tina Modotti, una donna infinita, fu anche un’attrice teatrale e cinematografica, morì giovane a soli 45
anni. Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici in casa dell’architetto Hannes Mayer, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Nella borsetta fu trovata una foto del suo grande amore, Julio Antonio Mella. Fu sepolta nel cimitero dI Città del Messico, il Panteón de Dolores. Il poeta Pablo Neruda le dedicò dei versi.
Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi  forse il tuo cuore sente crescere la rosa                                  di ieri, l’ultima rosa di ieri, la rosa nuova.            Riposa dolcemente, sorella. …
La prima mostra fotografica di Tina Modotti è avvenuta alla Biblioteca Nazionale del Messico nel 1929. La organizzò la stessa Tina Modotti. Da allora molte mostre sono avvenute in vari paesi del mondo. Innnanzitutto in Italia. Per esempio nel 2022 al Palazzo Ducale di Genova vi è stata la mostra Tina Modotti, Donne Messico e Libertà, curata da Sudest57 di Biba Giacchetti. Attualmente è in corso a Palazzo Roverella a Rovigo dal 22 settembre al 28 gennaio 2024,  ” Tina Modotti, L’Opera” una vastissima mostra di oltre 300 immagini della fotografa. Inoltre vi sono filmati e documenti. L’esposizione documenta l’intera opera della Modotti.  Ad introdurla alla fotografia fu il fotografo Edward Weston. Tina Modotti iniziò ad usare la macchina fotografica, fotografando architetture e nature morte per poi raccontare, iscritta al Partito Comunista Messicano  la la vita e il lavoro dei ceti popolari. Tina Modotti partecipa alla vita socio-culturale di Città del Messico, frequenta lo scrittore John Dos Passos, l’ambasciatrice sovietica Alexandra Kollontai, l’attrice Dolores Del Rio, diventa amica di Frida Kalho e Diego Rivera, che la ritrae e di cui fotografa i murales.
La mostra è corredata di  un catalogo che oltre le 300 foto ha saggi di Giuliana Muscio, Gianfranco Ellero, Amy Conger, Federica Muzzarelli, Maria de las Nieves Rodriguez Méndez, Patricia Albers, Carol Armstrong, Emily M. Hinnov, Fabiane Tais Muzarsaggi. Un vero e proprio libro fotografico, uno strumento fondamentale per approfondire e conoscere Tina Modotti e le sue opere.
L’iniziativa è curata da Riccardo Costantini con la collaborazione di Gianni Pignat e Piero Colussi.
Tina Modotti non ha solo fotografato, ma anche scritto. Oltre la macchina fotografica ha usato anche la penna. Ha scritto una nota biografica per il Book Of Robo, una collezione di versi e prosa scritti da suo marito Roubaix De L’abrie Richey, morto in Messico il 9 febbraio 1922. Tina Modotti ha scritto moltr lettere a Edward Weston vanno da circa febbraio 1922 a gennaIo 1931 e danno importante informazione sulla sua vita artistica, sentimentale e politica in quel periodo. Sono state raccolte con annotazioni nel 1986 da Amy Stark per il Center for Creative Photography dell’Università dell’Arizona, Tucson. In Italia sono state pubblicate nel giugno 2008 da Abscondita, curate da Valentina Agostinis, con il titolo Tina Modotti,Vita, Arte e Rivoluzione. Le lettere raccontano la vita di Tina tra passioni personali, arte fotografica e rivouzione. Lo storico Marco Puppin informa che gli scritti di Tina Modotti durante la guerra civile spagnola si trovano negli archivi del PCE a Madrid. Andrebbero raccolti in un libro.
Il ruolo di Tina Modotti nella Guerra Civile spagnola fu importante, raggiunse la Spagna con  lo slancio e la generosità  delle adelitas o soldaderas della rivoluzione messicana.  Rimase in Spagna, con il nome di Maria Sánchez dal 1936 al 1939 lavorando per la sezione spagnola del Soccorso Rosso Internazionale.  Quando scoppiò la Guerra civile spagnola, nel 1936, lei e Vidali (sotto gli pseudonimi di Maria e Comandante Carlos) si unirono alle Brigate Internazionali, rimanendo nella penisola iberica fino al 1939. Lavorò con il celebre dottore canadese Norman Bethune (che inventò le unità mobili per le trasfusioni) durante la disastrosa ritirata da Malaga nel 1937. Nel 1939, dopo il collasso del movimento repubblicano, la Modotti lasciò la Spagna con Vidali
Maria Teresa Leon, moglie di Rafael Alberti nel XXX anniversario della morte di Tina così scrisse  nella rivista Rinascita: “ Desidero che un giorno un giovane incida nelle rocce della Sierra di Guadarrama un nome che nessuno possa cancellare dalla nostra memoria: Tina Modotti, nuestra Maria.” Domenica 21 giugno 2007 a La Pedriza, municipio di Manzanares del Real è stato  collocato un pezzo di roccia con incisa la frase suggerita da Maria Teresa Leon. Un ricordo eterno.
Molte sono le biografie di Tina Modotti, basti ricordare Tinissima di Elena Poniatowska e Tina Modotti: verità e leggenda di Christiane Berkausen Canale.

Manifesto della mostra Tina Modotti L’Opera  a Rovigo

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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