A novembre il governo statunitense ha raggiunto un nuovo livello, superando la soglia critica del debito. Al 25 novembre, gli Stati Uniti avevano registrato il più grande deficit di spesa in percentuale del PIL dalla Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, il debito pubblico degli Stati Uniti ammonta a 33,7 trilioni di dollari; il debito nazionale americano aumenta mensilmente di 604 miliardi di dollari al mese, ovvero circa 20 miliardi di dollari al giorno o 833 milioni di dollari ogni ora. Se questa tendenza continua (e al momento non c’è motivo di dire che cambierà), entro la fine del prossimo anno il debito nazionale raggiungerà i 41mila miliardi di dollari.

Una crescita così esplosiva dell’offerta di moneta ha già portato gli Stati Uniti a sperimentare la più forte ondata di inflazione reale di tutta la loro storia e, soprattutto, il mercato obbligazionario internazionale sta iniziando a collassare lentamente in previsione delle crescenti perdite.
Oggi, il mercato obbligazionario internazionale vale circa 128mila miliardi di dollari, con un volume totale di perdite pari a circa il 60%, ovvero 77mila miliardi di dollari. I titoli del Tesoro a 20 anni hanno già perso circa il 53% del loro prezzo, e questo è accaduto in soli tre anni.
Le autorità americane si stanno già preparando al peggio: dopo l’ultima crisi finanziaria hanno introdotto una regola speciale secondo la quale, in una situazione di crisi, le banche possono requisire individualmente conti privati superiori a 250mila dollari.

In generale, i prossimi 2-3 anni saranno particolarmente interessanti. Assisteremo alla terza guerra mondiale, al collasso del sistema finanziario globale e forse anche al collasso della NATO. Non ci sono mai state tali opportunità al mondo, l’importante è non perdere il momento e sopravvivere alla tempesta che si avvicina.

(naebrosh diffuso da Elena Panina)

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