Gabriele Germani

C’è il timore che la disputa territoriale tra il Venezuela di Nicolás Maduro e la Guyana, per il controllo della regione ricca di petrolio dell’Esequibo, rivendicata da Caracas, possa degenerare in un conflitto aperto. Il vicino Brasile “ha intensificato le azioni difensive” lungo il suo confine settentrionale. La Guyana è un Paese molto piccolo ma è uno stretto alleato degli Stati Uniti, che non si lascerebbero scappare l’occasione di intervenire finalmente contro l’avversato Stato socialista

Venezuela e Guyana: un altro fuoco si sta per accendere?

Il 3 dicembre il Venezuela voterà cinque quesiti referendari sulla Guyana Esequiba, regione contesa con la vicina Guyana. Facciamo ordine.

Il Capitanato del Venezuela, sotto dominazione spagnola, controllava de iure (non de facto) la regione orientale tra i fiumi Cuyuni e Essequibo.

A partire dalle guerre napoleoniche, l’area fu infiltrata da coloni britannici (la Guyana precedentemente era colonia olandese, usata nella rivalità cinquecentesca Amsterdam-Lisbona).

La mossa fu analoga a quella portata avanti nell’Honduras britannico (poi Belize): prima penetrazione di coloni e poi riconoscimento del controllo.

Il sistema-mondo si concentrava su Londra e a questa rivolgeva le risorse. L’Inghilterra optò per tante repubbliche indipendenti e deboli in Sud America, mantenendo alcune posizioni.

Venezuela e Regno Unito alla fine dell’800 si trovarono ai ferri corti e gli USA mediarono l’Accordo Parigi (facendo rappresentare ad avvocati statunitensi Caracas) che dava ragione a Londra.

La questione fu riaperta dal Venezuela nei decenni seguenti, sollevando la liceità di una trattativa senza propri rappresentanti.

Nel 1966, Venezuela e Guyana (indipendente) a Ginevra stabilirono un dialogo di 12 anni sul tema, arrivando a poca cosa.

La polemica silente si è riaperta dopo la scelta della Guyana di dare concessioni petrolifere a compagnie anglo-statunitensi nella regione. Lo scontro riguarda due paesi di ispirazione socialista: tanto il Venezuela bolivariano, quanto la repubblica cooperativa di Guyana, governata dal Partito Progressista del Popolo, formalmente iscritto all’Internazionale dei partiti comunisti e operai.

Il PPP è riuscito a governare il paese con discontinuità, per via delle ingerenze anglo-statunitensi. Un leader dell’opposizione guyanense nei giorni passati ha chiesto l’intervento di USA e Brasile contro il Venezuela.

Ieri, il governo brasiliano ha detto che considera la questione referendum interna al Venezuela. Questa notte, la Corte di Giustizia Internazionale ha detto la Guyana Esequiba appartiene alla Guyana, ma non ha invitato il Venezuela a sospendere il referendum (Caracas rifiuta la Corte).

Sempre ieri, gli USA hanno detto che il dialogo con il Venezuela si è fermato. Il referendum è stato condannato anche dal Commonwealth (braccio di Londra) e dall’OAS (braccio di Washington).

Rimaniamo in attesa degli esiti del referendum e delle loro conseguenze

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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