Il congresso degli Stati Uniti d’America, di recente, ha bocciato una risoluzione per il ritiro delle truppe statunitensi dal nord est della Siria.

La risoluzione era stata promossa dal senatore repubblicano del Kentucky, Ron Paul.

Sono 84 i senatori, repubblicani e democratici, che hanno votato contro. Mentre 7 senatori democratici, oltre all’indipendente Bernie Sanders, e 5 repubblicani hanno votato a favore.

Ecco, i nomi dei senatori che hanno votato per il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria:

Democratici (7)

  • Dick Durbin (Illinois)
  • Ed Markey (Massachusetts)
  • Jeff Merkley (Oregon)
  • Chris Murphy (Connecticut)
  • Elizabeth Warren (Massachusetts)
  • Peter Welch (Vermont)
  • Ron Wyden (Oregon)

Indipendente (1)

  • Bernie Sanders (Vermont)

Repubblicani (5)

  • Mike Braun (Indiana)
  • Mike Lee (Utah)
  • Rand Paul (Kentucky)
  • Tommy Tuberville (Alabama)
  • JD Vance (Ohio)

Attualmente ci sono circa 900 soldati statunitensi nelle basi illegali presenti sul solo siriano. Guarda caso, questi soldati sono di stanza in una zona della Siria, la parte nordorientale, non per combattere le rimanenze del gruppo terroristico ISIS ma, come disse l’ex inquilino della Casa Bianca nel 2019, Donald Trump, semplicemente per “prendere il petrolio.”

Il magnate questo concetto lo ribadì in un’intervista alla giornalista Fox News Laura Ingraham.

TRUMP: Dicono: “Ha lasciato le truppe in Siria”. Sapete cosa ho fatto? Ho lasciato le truppe per prendere il petrolio. Ho preso il petrolio. Le uniche truppe che ho stanno prendendo il petrolio. Stanno proteggendo il petrolio. Ho preso il petrolio.

INGRAHAM: Stiamo prendendo, no, non stiamo prendendo…

TRUMPForse lo faremo, forse no.

INGRAHAM: Stanno proteggendo la loro struttura.

TRUMPNon lo so, forse dovremmo prenderlo. Ma abbiamo il petrolio. In questo momento, gli Stati Uniti hanno il petrolio. Quindi, dicono: “Ha lasciato le truppe in Siria”. No, le ho eliminate tutte, a parte il fatto che stiamo proteggendo il petrolio. Abbiamo il petrolio.

In questo furto c’è la complicità delle milizie curde, le cosiddette ‘Forze democratiche siriane’, messe in zona per destabilizzare il governo siriano. Una fine indecorosa, FDS sono diventate il palo del ladro USA, dopo le pagine eroiche della lotta all’ISIS.

Passato Trump, con Biden non cambia nulla.

Lo scorso 12 settembre il governo siriano svelò le cifre di questo saccheggio in corso:

  • Sono stati rubati o bruciati 341 milioni di barili di petrolio estratto, con un tasso di furti giornaliero compreso tra 100 e 130mila barili al giorno, che recentemente ha raggiunto i 150mila barili al giorno, oltre a 59,9 milioni di metri cubi di gas naturale, e 413mila tonnellate di gas ad uso domestico, per un valore complessivo di 21,4 miliardi di dollari.
  • Gli atti vandalici e il furto delle strutture siriane hanno causato danni per 3,2 miliardi di dollari.
  • Il bombardamento degli impianti di petrolio e gas in Siria da parte della cosiddetta Coalizione Internazionale (a guida USA) ha causato danni per 2,9 miliardi di dollari.

Inoltre, fu precisato che “le perdite indirette, ammontano a 87,7 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta la perdita di petrolio greggio, gas naturale e profitti interni derivanti dalla diminuzione della produzione.”

Siamo in inverno, e i siriani, una volta esportatori di petrolio anche per l’Italia, saranno costretti a bruciare quel poco che gli è rimasto per scaldarsi, gli ospedali, così come le industrie e le scuole non potranno funzionare regolarmente. Tutto queste senza contare le criminali sanzioni USA-Unione Europea.

Dal 7 ottobre con lo scontro tra Israele e Resistenza palestinese, le forze popolari irachene e siriane hanno effettuato numerosi attacchi contro le basi statunitensi in Siria.

Proprio oggi, il corrispondente di Sputink, ha riferito che “la base militare nel giacimento petrolifero Conoco occupato dagli Stati Uniti è stata colpita da un pesante attacco.”

In risposta, da Conoco l’occupazione statunitense “ha bombardato diversi villaggi e città a ovest dell’Eufrate con lanciarazzi dalla base Conoco”, ha aggiunto l’inviato di Sputnik.

Ieri sera, la Resistenza irachena ha comunicato che “in risposta ai crimini commessi dal nemico contro il nostro popolo a Gaza, i mujaheddin della Resistenza islamica in Iraq hanno preso di mira con droni due basi di occupazione statunitensi in Siria, vale a dire la base di Al-Tanf e la base di occupazione nel campo di Rukban.”

Il nord est della Siria, oltre il Libano e lo Yemen, potrebbe un altro fronte dell’escalation provocata da Israele con il massacro di Gaza.

Proprio in Siria, Israele, nonostante sia concentrata nel genocidio fi Gaza, non ha risparmiato bombardamenti contro la Siria mettendo fuori uso gli aeroporti di Damasco e Aleppo con il pretesto di colpire obiettivi iraniani.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-usa_congresso_vota_contro_ritiro_truppe_dalla_siria_il_furto_di_petrolio_continua/8_52045/#google_vignette

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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