Fabrizio Russo

CalSTRS(California State Teachers’ Retirement System) prende in prestito 30 Mdl (10% dei suoi asset) invece di alleggerire il portafoglio

Uno dei più grandi piani pensionistici pubblici negli Stati Uniti sta cercando di prendere in prestito decine di miliardi di dollari per mantenere la liquidità invece di innescare una svendita dei suoi asset.

Recentemente Bloomberg  ha riportato che il California State Teachers’ Retirement System (CalSTRS) da circa 318 miliardi di dollari sta cercando di prendere in prestito 30 miliardi di dollari, ovvero circa il 10% del suo portafoglio, invece di trovare liquidità attraverso una vendita di asset che potrebbe innescare una ondata di realizzazioni (svendite!) sui mercati. 

I membri del consiglio di amministrazione di Calstrs esamineranno la prima bozza del piano giovedì 11 gennaio prossimo venturo. Se l’ipotesi verrà approvata, il prestito – quindi “la leva finanziaria” – verrebbe utilizzata “su base temporanea per soddisfare le esigenze di flusso di cassa in circostanze in cui è svantaggioso vendere attività”, afferma un documento connesso all’operazione di CalSTRS. 

Secondo Meketa Investment Group, consulente di Calstrs, il fondo pensione pubblico utilizza già una leva finanziaria superiore al 4% del suo portafoglio, specificando che l’aumento della leva finanziaria proposto non sarà utilizzato per una nuova ricomposizione dell’asset allocation ma, piuttosto, per regolare il flusso di cassa e come ” strumento intermittente” per gestire il portafoglio. Ahi, Ahi! Capito?  

La necessità di aumentare la leva finanziaria arriva dopo che un rapporto del Financial Times dello scorso aprile spiegava che CalSTRS stava progettando di svalutare il valore del suo portafoglio immobiliare commerciale da 52 miliardi di dollari dopo che gli alti tassi di interesse avrebbero schiacciato il valore delle proprietà immobiliari strumentali (uffici) del Fondo pensione.

In coincidenza con il rapporto del FT, Christopher Ailman, Chief Investment Officer di CalSTRS, ha dichiarato ai media che:

“Il valore degli immobili ad uso ufficio è probabilmente sceso del 20% circa, proprio sulla base dell’aumento dei tassi di interesse”, aggiungendo, “I nostri consulenti immobiliari hanno parlato con il consiglio il mese scorso e hanno affermato che secondo loro il settore immobiliare avrebbe avuto un “impatto negativo” per almeno un anno o due.”

Per Calstrs, il CRE (Commercial Real Estate) è stata una delle asset class con migliori performance fino a quando Covid e Fed non hanno scatenato il ciclo di rialzo dei tassi di interesse più aggressivo nella storia. Secondo un aggiornamento dello scorso marzo, il settore immobiliare aveva prodotto rendimenti a due cifre in un periodo di 10 anni per il suo piano pensionistico che conta circa un milione di membri beneficiari. FT ha osservato che il settore immobiliare costituisce circa il 17% del patrimonio complessivo di Calstrs.

Grazie anche a questo segnale appare possibile affermare che, con elevata sicurezza, Calstrs è uno – tra i più importanti e “di peso” – dei fondi pensionistici, sotto pressione a causa della crisi CRE. Inoltre, se consideriamo che le banche regionali hanno un’elevata esposizione al CRE, è altrettanto facile concludere che queste non sono assolutamente ancora fuori pericolo.

In base a questi elementi, fondamentali, appare difficile che non si sollevino più di qualche preoccupazione: se uno dei più grandi storici e rilevanti fondi pensione del Paese che guida nella sostanza la finanza occidentale, se non quella – direttamente ed indirettamente – globale, deve ricorrere a questi “azzardi”, alla leva finanziaria così “intensiva” in un momento così rischioso.

Rischioso perché da un lato la ripresa, il cosiddetto “soft landing” è tutt’altro che certo – nonostante le rassicurazioni, diretta od indiretta, delle principali Banche Centrali; dall’altro perché l’inflazione è – specie negli USA, molti segnali lo indicano e/o confermano – tutt’altro che vinta! In queste condizioni è come se un guidatore d’auto che perde il controllo cercasse di recuperarlo (il controllo!) accelerando: un paradosso evidente ed, al tempo stesso, terrificante! Ancora una volta: sembra opportuno “allacciare le cinture” per affrontare, opportunamente e con prudenza, il 2024!

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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