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Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Il testo dell’accordo fra Albania e Italia approvato alla Camera si è rivelato peggiore delle proposte enunciate. Non solo saranno detenuti in un Paese extra UE, a spese interamente italiane, richiedenti asilo salvati in acque internazionali, ma si è riusciti a rendere ancora più infame la proposta di novembre. Nel testo iniziale erano previste una relazione semestrale in Parlamento che è stata eliminata e la garanzia che non vi sarebbero stati rinchiuse persone vulnerabili – donne e minori – anche quella eliminata; inoltre non sarà permesso nemmeno l’accesso per ragioni di monitoraggio delle organizzazioni umanitarie internazionali. Una crudeltà inutile da spendere in campagna elettorale per fare concorrenza a Salvini, a cui in Parlamento si è risposto balbettando con proposte di emendamenti.

Come Rifondazione Comunista ci appelliamo alle tante convenzioni internazionali che saranno violate, al mondo della giustizia che avrà tempo e modo di ricorrere ad ogni provvedimento di trattenimento. La delocalizzazione della detenzione, delle deportazioni, così come il trattenimento dei richiedenti asilo e dei migranti non deve più trovare spazio nel nostro ordinamento, così come va cancellato quell’obbrobrio giuridico che è la “procedura accelerata ” per deportare coloro che sono ritenuti provenienti da Paesi sicuri.

Non c’è spazio per mediazioni su questo terreno né in Italia né in Europa. Alle cittadine e ai cittadini che si lasciano abbagliare da simili misure come utili a garantire la sicurezza e un ostacolo efficace all’inesistente “invasione”, va ribadito che si stanno gettando oltre 700 milioni di euro della collettività – questo il costo dei centri in Albania – per garantire qualche seggio in più in Europa alle formazioni di estrema destra italiane. Che si investa in accoglienza, convivenza, servizi sociali per tutte/i: è quella la sicurezza di cui abbiamo bisogno.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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