Ieri sera il coordinatore dei Comitati Agricoltori Traditi Danilo Calvani è apparso in un video su Facebook per annunciare che la protesta degli agricoltori di tutta Italia continuerà, e anzi si farà più forte di prima e punterà direttamente alla capitale. A nulla hanno potuto i primi tentativi di riconciliazione da parte del Governo che ha promesso di aumentare i fondi del PNRR destinati all’agricoltura, e quanto meno iniziato a mettere sul piatto l’opzione di tagliare l’IRPEF agricola reintrodotta dalla legge di bilancio di quest’anno. Le rivendicazioni degli agricoltori prendono di mira soprattutto il partito Fratelli d’Italia e Coldiretti, la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, accusata di essere vicina al governo, e in queste due settimane hanno colpito sempre più numerose provincie italiane. Esse, inoltre, rientrano in un generale clima di tensione che la categoria ha scatenato in tutta Europa, lamentando l’aumento dei costi di produzione, il taglio agli sconti sul gasolio e l’introduzione di prodotti estranei alla tradizione.

Per far fronte alle rivendicazioni degli agricoltori, nel pomeriggio di sabato 3 febbraio, in occasione della sua visita presso la 3Sun Gigafactory di Catania, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha annunciato di avere aumentato «le risorse del PNRR dedicate al mondo degli agricoltori», che passeranno da 5 a 8 miliardi. Nel frattempo in Parlamento e nelle aule governative si sta iniziando a valutare l’idea di eliminare l’IRPEF agricola, cancellata dal Governo Renzi nel 2016 con una misura temporanea. Lo stesso Matteo Renzi ha pubblicato su X un post di critica al Governo, sottolineando come, solo per l’IRPEF, le imposte sugli agricoltori siano aumentate di 248 milioni. Ancora non pare essere arrivata alcuna formale proposta di cancellazione dell’Imposta sulle Persone Fisiche, perché prima di potere decidere davvero se attuarla si deve capire se è possibile farlo, nonché come eventualmente coprire i guadagni che sarebbero provenuti da essa. L’imposta è stata reintrodotta con l’ultima legge di bilancio perché, secondo Meloni, «questa misura andava soprattutto a beneficio di chi ne aveva meno bisogno», ovvero delle «imprese con grande estensione di terreno e redditi elevati»; essa, insomma, risultava più un «privilegio che un aiuto diffuso». Per tale motivo si sta discutendo dell’eventualità di limitarla proprio alle imprese agricole più estese.

Gli agricoltori, però, non contestano solo il taglio dell’IRPEF. Sin dai primi momenti della protesta, scoppiata ormai quattordici giorni fa, le motivazioni risultavano infatti molteplici. Tra le altre cose, gli agricoltori si sono mossi contro le manovre del Green Deal europeo, criticato in particolar modo per l’aumento del prezzo del gasolio e per le sue misure troppo stringenti, ma anche contro la decisione di introdurre nel mercato prodotti estranei alle colture tradizionali, come nei noti casi della farina di insetti e della carne sintetica. A tutto ciò si aggiunge anche il crescente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli di qualsivoglia natura, dai fertilizzanti ai macchinari, come anche la sempre maggiore sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei sindacati, accusati di fare gli interessi delle «grandi multinazionali» e dei «burocrati europei», e di avere abbandonato i lavoratori di categoria a sé stessi.

Con queste identiche motivazioni si sono mossi gli agricoltori di molteplici Paesi europei, che negli ultimi giorni sono arrivati addirittura a Bruxelles, per chiedere all’Unione Europea risposte concrete contro i problemi che investono la categoria. In Germania i contadini hanno circondato numerose città istituendo blocchi urbani e occupando le autostrade, in Francia le proteste vanno avanti da mesi e negli ultimi giorni sono tornate alla ribalta paralizzando il Paese, in Romania e in Paesi di frontiera con l’Ucraina i cortei hanno coinvolto anche i trasportatori e denunciano tra le altre cose anche l’applicazione di due pesi e due misure in nome del sostegno a Kiev. Insomma, le manifestazioni degli agricoltori si stanno facendo in generale sempre più intense in tutta Europa, e stanno arrivando a coinvolgere quasi tutti i Paesi dell’Unione, che stanno vedendo invasi i propri comuni, le proprie provincie, e le proprie capitali. Proprio Roma è l’obiettivo degli agricoltori italiani e di Calvani, che nel video condiviso su Facebook ha avvisato i propri colleghi che tra stasera e domani, dopo l’incontro con la questura previsto nelle prossime ore, verranno comunicati i tempi e le modalità della grande marcia dei trattori che punta a conquistare la Città Eterna.

[di Dario Lucisano]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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