Le elezioni regionali in Galizia del 2024 hanno visto il Partito Popolare mantenere il controllo della maggioranza nonostante un leggero calo, mentre il Blocco Nazionalista Galiziano ha registrato significativi guadagni.

Le elezioni regionali in Galizia del 2024, tenutesi domenica 18 febbraio, hanno segnato un momento significativo per la politica regionale, con una serie di sviluppi interessanti e un impatto sul panorama politico spagnolo nel suo complesso. In effetti, le elezioni galiziane sono state condizionate dalle questioni che hanno coinvolto il Partido Popular (PP) a livello nazionale, al punto da mettere a repentaglio la vittoria della formazione di centro-destra, che da sempre considera la Galizia come una propria roccaforte, nella quale governa ininterrottamente dal 2009.

Prima di entrare nei dettagli dei risultati e delle implicazioni politiche, è importante comprendere il contesto in cui si sono svolte queste elezioni. La Galizia è infatti un’importante regione autonoma nel nord-ovest della Spagna, con una cultura e un’identità distinti. Per questo motivo, il principale avversario del PP viene considerato essere il Bloque Nacionalista Galego (BNG), un partito nazionalista di sinistra che chiede una maggiore autonomia della regione o addirittura l’indipendenza della Galizia.

La Galizia era precedentemente governata da Alberto Núñez Feijóo, che tuttavia nel maggio del 2022 ha rassegnato le proprie dimissioni per diventare leader nazionale del PP. A seguito delle sue dimissioni, il vice Alfonso Rueda (in foto) ha assunto la carica di presidente regionale senza passare per le elezioni. Questo ha portato ad una perdita di consensi nei confronti del PP, al punto che molti analisti avevano previsto una possibile vittoria del BNG alle elezioni, con la leader nazionalista Ana Pontón opposta al presidente uscente Rueda. Un’eventualità che avrebbe portato ad un doppio risultato storico, visto che la Galizie non ha mai avuto un presidente donna né un presidente del BNG.

In realtà, i risultati, pur facendo registrare un calo del PP ed una netta ascesa del BNG, hanno permesso al partito del presidente Rueda di mantenere la maggioranza assoluta dei seggi, garantendogli un nuovo mandato alla guida della regione. Il PP ha infatti ottenuto 40 dei 75 seggi in palio, perdendone due, ma garantendosi la possibilità di governare senza dover scendere a compromessi con altre forze politiche. Il BNG, dal canto suo, ha guadagnato quasi otto punti percentuali, eleggendo ben 25 deputati, sei in più rispetto alla precedente legislatura. Un risultato di certo incoraggiante, ma insufficiente per accedere al governo.

I veri perdenti di questa tornata elettorale sono però i socialisti, con il Partido dos Socialistas de Galicia (PSdeG) che ha perso ben cinque seggi, eleggendo solamente nove rappresentanti. I socialisti, che hanno governato la Galizia a due riprese (1987-1990 e 2005-2009), hanno in questo modo ottenuto il loro peggior risultato di sempre alle elezioni regionali galiziane, avendo ormai ampiamente ceduto il ruolo di principale rivale del PP al BNG.

Da notare anche l’unico seggio conquistato dal piccolo partito Democracia Ourensana (DO), una formazione localista che riscuote un certo successo nella provincia di Ourense, al confine con il Portogallo, dalla quale prende il nome.

Un altro dei punti salienti di queste elezioni è stata la prestazione decisamente sotto le aspettative della formazione di estrema destra Vox, che non è riuscita a conquistare alcun seggio nonostante una leggera crescita nei voti. Questo potrebbe indicare una resistenza da parte degli elettori galiziani nei confronti della retorica estremista e delle posizioni del partito. Allo stesso tempo, la presenza di nuovi attori politici come la formazione della sinistra radicale Sumar Galicia, mostra un panorama politico in evoluzione, con la possibilità di nuove dinamiche in futuro.

A livello nazionale, i risultati delle elezioni in Galizia potrebbero avere un impatto sulle dinamiche politiche e sulle strategie dei partiti. Secondo alcuni analisti, il successo riscosso dal BNG potrebbe portare a una maggiore attenzione sui problemi regionali e sull’autonomia in altre regioni della Spagna con movimenti simili. Allo stesso modo, la performance negativa dei socialisti potrebbe instillare una certa preoccupazione nel governo di Madrid, guidato da Pedro Sánchez, il cui esecutivo si tiene in piedi grazie proprio ai voti dei partiti autonomisti.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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