Marquez

Il discorso di Jonathan Glazer contro la strumentalizzazione dell’Olocausto ha mandato completamente nel panico i propagandisti h24 su giornali e social. E poi c’è Repubblica che come sempre si supera.

Il discorso da Oscar di Jonathan Glazer

La zona d’interesse ha vinto l’Oscar 2024 come miglior film internazionale. Un’opera, che ritorna sul tema della banalità del male della famiglia del comandante campo di sterminio di Auschwitz residente oltre il muro, che era data come favorita (da qui la polemica tutta italiana sulla battuta di Ceccherini, sceneggiatore di Io, capitano).

Ma a mandare in tilt l’apparato mediatico che compattamente da mesi sostiene e nasconde il massacro dei palestinesi ad opera di Israele, è il discorso del regista Jonathan Glazer dopo aver ricevuto il premio.

“Tutte le nostre scelte sono fatte per riflettere e confrontarsi con il presente. Non per dire: ‘Guardate cosa hanno fatto allora’, ma piuttosto ‘Guardate cosa facciamo adesso’. Le parole di Glazer non hanno lasciato dubbi

“Siamo qui ora come uomini che rifiutano che la loro ebraicità e l’Olocausto vengano sequestrati e dirottati da un’occupazione che ha portato alla guerra così tante persone innocenti”.

Parole che hanno inflitto un colpo devastante alla propaganda bellicista. Non è mancato un riferimento anche al 7 ottobre ma in un contesto più ampio: “Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza, di tutte le vittime, di questa umanizzazione, come possiamo resistere?”

Il discorso di Glazer ovviamente ha mandato completamente nel panico i propagandisti h24 su giornali e social, che hanno reagendo in maniera talmente scomposta da andare oltre l’idea che abbiamo di propaganda e pensare direttamente a una specie di momentary lapse of reason…

In un tweet la curatrice editoriale del Newsweek, Batya Ungar-Sargon, si è scagliata indignatissima contro Glazer citando solo metà della frase che ha pronunciato e cercando di far passare il suo discorso come “un rifiuto della sua ebraicità”. E sullo stesso tono sono diversi i post che si sono susseguiti nella giornata di ieri da parte di commentatori ‘indignati’.

E poi, come fatto notare da molti utenti sui social, c’è Repubblica che come sempre si supera. Dopo aver dedicato nella home del sito ben 17 (diciassette!) articoli sulla notte degli Oscar, come nemmeno una rivista cinematografica, analizzando il look di tutti i partecipanti, le battute, il glamour, ritaglia qualche riga sull’episodio, riuscendo però a titolare alla sua maniera. Rien a dire, rien à faire.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy