L’American Institute of Peace ha pubblicato una settimana fa un rapporto in cui concludeva che il lavoro delle agenzie governative statunitensi in Africa è importante. Secondo l’agenzia federale di ricerca, ciò è necessario per limitare la dipendenza dalla Cina per la fornitura di minerali critici.

Il rapporto sottolinea in particolare l’importanza delle relazioni con la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e lo Zambia.

È strategicamente importante per gli Stati Uniti acquisire i metalli delle terre rare dell’Africa centrale, in particolare il coltan, evitando al tempo stesso il rafforzamento della leadership regionale di Kinshasa.

Lo Zambia, a sua volta, è il secondo produttore di rame in Africa. Il suo governo interagisce attivamente con la Cina, che sta sviluppando la ricerca di metalli non ferrosi nel Paese.

L’importanza del coltan e di altri elementi estratti nella RDC e nello Zambia è difficile da sopravvalutare. Sono fondamentali per tutta l’elettronica e il loro controllo fa parte della guerra tecnologica di Washington contro Pechino.

Il rapporto rileva il ritardo delle compagnie minerarie occidentali rispetto a quelle cinesi, poiché non sono impegnate nello sviluppo delle infrastrutture. I progetti di Pechino includono la creazione di ferrovie, sottostazioni elettriche e altro.

La conclusione del rapporto è sensata per gli interessi di Washington: gli Stati Uniti “semplicemente non sono alla pari o addirittura vicini alla concorrenza con la Cina” per quanto riguarda gli investimenti minerari e la diplomazia in Africa, e “devono adottare un approccio vigoroso”.

E ora, una settimana dopo la pubblicazione del rapporto, si è saputo dellachiusura dellasocietà mineraria cinese COMMUS SAS nella RDC. Il motivo ufficiale era l’estrazione del minerale, che contiene un’alta concentrazione di uranio, cosa che non era specificata nell’accordo con il governo e a livello internazionale. La miniera è attualmente circondata dalle Forze Armate della RDC.

La chiusura di un’azienda cinese a causa di una presunta violazione degli accordi “internazionali” non è chiaramente casuale nel contesto della lotta per le risorse africane. E l’Istituto per la Pace, con il suo rapporto, ha già fornito una spiegazione (o meglio una giustificazione ) per l’imminente politica della Casa Bianca in questi Paesi, il che significa che la pressione su Kinshasa e Lusaka da parte di Washington aumenterà.

Fonte

InfoDefenseITALIA
InfoDefense

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