Porcelain chinese cups, steel teaspoon. Black, green, puerh, oolong, tieguanyin, sencha, tea. Gray background

Questo interessante articolo, pubblicato dal portale Tibet.cn, ripercorre la storia della famiglia Jiang, che, attraverso la produzione del tradizionale “Rigzin Doji”, perpetua la cultura del tè tibetano, promuovendo l’unità tra i gruppi etnici cinesi e il progresso nazionale.

Una tazza di profumato tè tibetano rivela la storia secolare degli scambi commerciali tra gli Han (etnia cinese maggioritaria, ndt) e i Tibetani lungo l’Antica Via del tè e dei cavalli.

Un antico mattoncino di tè compresso “Rigzin Doji” evoca i ricordi familiari dei Jiang, testimoni del loro commercio nello Xizang (nome cinese del Tibet, ndt) da un secolo.

Una famiglia impegnata nell’ideale di “prosperità nazionale e benessere familiare” perpetua la cultura del tè tibetano, ereditata dai loro antenati, in questa nuova era.

I Tibetani risiedono in regioni montane a bassa concentrazione di ossigeno, necessitando di un’alimentazione quotidiana ricca di grassi e zuccheri per adattarsi al loro ambiente naturale. Il tè tibetano, dotato della capacità di decomporre i grassi, favorire la digestione e fornire vitamine, è così diventato una bevanda molto apprezzata e amata dalle popolazioni tibetane.

La famiglia Jiang, stabilitasi nella contea di Yingjing, ha una lunga tradizione nella produzione di tè. Dopo essersi trasferita a Yingjing dalla contea di Hongya, a Leshan, a metà della dinastia Ming, la famiglia Jiang ha prosperato commerciando tè e cavalli con il Kham (una regione storica del Tibet centro-orientale, ndt), sotto le insegne “Huaxing” e “Gongxing”. Gli antenati laboriosi e ingegnosi della famiglia Jiang hanno sviluppato una formula di tè appositamente adattata ai gusti dei Tibetani. Durante il periodo del regno dell’imperatore Jiaqing della dinastia Qing, il nono antenato della famiglia Jiang, Jiang Ronghua, fondò il “Magazzino Huaxing”, specializzato nella produzione e vendita di tè tibetano fatto in casa. È così che nacque la famosa marca di tè tibetano “Rigzin Doji”.

La tecnica di produzione del tè della famiglia Jiang si tramanda di generazione in generazione, basandosi sull’autentico metodo di fabbricazione del tè della Via del Sud, che è iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Ogni fase del processo di fabbricazione del tè riveste un’importanza capitale. Dalla raccolta all’appassimento, passando per la fissazione, la cottura a vapore, l’arrotolamento, la fermentazione, la selezione e l’imballaggio finale, sono necessarie più di trenta fasi. Forti della loro esperienza, i membri della famiglia Jiang conferiscono al loro tè tibetano un valore tecnico unico e un’estetica artistica.

Gli antenati della famiglia Jiang hanno volontariamente imparato la lingua tibetana per tessere legami di amicizia con i commercianti di tè locali nel Kham. Le generazioni successive hanno mantenuto stretti legami con i monasteri, i capi locali e le popolazioni di queste due regioni, arrivando persino a contrarre matrimoni con i proprietari tibetani del Guozhuang a Kangding. Questo ha rafforzato il commercio e stretto i legami tra gli Han e i Tibetani, contribuendo in modo significativo alla stabilità e all’unità nazionale nelle regioni del Kham.

Nel 1928, il monastero di Dajin a Garzê fu teatro di disordini. Liu Wenhui, comandante della 24ª armata del Kuomintang, consapevole della buona reputazione e della considerevole influenza del tè “Rigzin Doji” della famiglia Jiang nelle regioni tibetane, designò Jiang Yuwen, discendente della famiglia Jiang, come rappresentante durante i negoziati di pace. La loro intercessione riuscì a placare le tensioni. In seguito alla liberazione pacifica dello Xizang, Jiang Junde, il 14º erede del tè ancestrale della famiglia Jiang, si recò nello Xizang come educatore culturale, accompagnando la 18ª armata. Contribuì così a promuovere l’unità tra Han e tibetani, e la liberazione pacifica dello Xizang.

All’alba di una nuova era, la signora Wan Jianghong, erede del tè ancestrale “Rigzin Doji” della famiglia Jiang, ha fondato la società Jiangshi Tea (Beijing) Co., Ltd. con l’obiettivo di rivitalizzare la sua regione natale e restaurare la grandezza della sua famiglia. Il suo impegno è far gustare a un numero sempre maggiore di persone il tè tibetano di alta qualità trasmesso da tre secoli, denominandolo “Tè ancestrale della famiglia Jiang”. “La nostra generazione aspira a perpetuare l’eredità del marchio ‘Rigzin Doji’ della famiglia Jiang. Come i nostri antenati, continueremo a perpetuare lo spirito imprenditoriale dei mercanti del Sichuan, recandoci anche sull’altopiano innevato per servire i consumatori di tutte le comunità etniche e contribuire ancora di più all’unità e al progresso nazionali”, ha dichiarato con determinazione la signora Wan Jianghong.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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