MILITARISTA D’ANNUNZIO, CHE OCCUPA FIUME.
Riceviamo e pubblichiamo
Serena Pelegrino, una dei firmatari
La Giunta Comunale di Trieste nello scorso mese di maggio ha deliberato la realizzazione della mostra “Disobbedisco. La rivoluzione di D’Annunzio a Fiume 1919 — 1920”; nella stessa delibera il Comune si impegna inoltre a farsi carico della produzione e collocazione in luogo da individuare di una statua di Gabriele D’Annunzio. La spesa complessiva prevista è di € 382.190,00, di cui € 20.000,00 per la collocazione del monumento.
Dalle motivazioni addotte dal Comune per giustificare tanto la mostra quanto il monumento
non emerge alcuna considerazione relativa a D’Annunzio poeta ed artista, ma esclusivamente il suo ruolo nell’occupazione della città di Fiume il 12 settembre 1919, occupazione che fu un vero e proprio atto di pirateria nei confronti delle nazioni che negoziavano il trattato di pace ed un attacco alla diplomazia ed al diritto internazionale.
La marcia su Fiume fu la prima azione militarista verificatasi in Italia dalla fine della grande guerra, minò profondamente l’autonomia storica della città e segnò linizio del declino di Fiume. Lo scopo dell’occupazione era annettere Fiume allItalia, per fermare londata barbarica e slava che rischiava di arrivare su Trieste e Gorizia, come sosteneva espressamente D’Annunzio, con affermazioni razziste che riteniamo inaccettabili al giorno doggi, quali queste, tratte da Il sudore di sangue- Lettera ai Dalmati che citiamo solo a
titolo di esempio: Il croato lurido, sarrampicò su per le bugne del muro veneto, come una
scimmia in furia, e con un ferraccio scarpellò il Leone alato (…) Quellaccozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso.
È chiaro che la motivazione del Comune di Trieste per erigere una statua a Gabriele DAnnunzio prescinde dal suo valore di letterato e poeta, ma è finalizzata esclusivamente a celebrare lanniversario dellimpresa fiumana. Pertanto non si tratta di un’operazione culturale, quanto di un’operazione meramente politica, che rischia di offendere le nazioninconfinanti ed i diversi popoli che abitano queste terre, dalluna e dallaltra parte del confine.
Considerato inoltre che queste iniziative seguono di pochi mesi alcuni interventi goffi ed irresponsabili pronunciati da esponenti politici locali e di rilievo internazionale sull’ italianità delle terre istriane e dalmate, ci si chiede se sia opportuno alimentare tensioni diplomatiche che rischiano di compromettere quel rapporto di amicizia e collaborazione che con fatica si è costruito in questi decenni con la Slovenia e la Croazia. Per queste ragioni, in considerazione che il legame culturale tra D’Annunzio e Trieste è inesistente, mentre invece ne esiste uno fortissimo di carattere nazionalistico, irredentista e razzista, non possiamo che respingere con forza ogni celebrazione o esaltazione di simboli del nazionalismo, difendendo invece il pluralismo culturale e storico di Trieste.
Per questi motivi ribadiamo con fermezza:
NO ALLA STATUA DI DANNUNZIO NELLA CITTÀ DI TRIESTE.
Il gruppo di storici di RESISTENZA STORICA (Trieste, Ronchi, Udine)