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Massimo D’Alema al momento del voto

MIRIAM MASSONE

Boschi sì, Minniti no. Padoan passa e D’Alema va al tappeto. I risultati dei «big» – tra sommersi e salvati – sono un’altra sorpresa di queste votazioni. È palese la debacle di Massimo D’Alema – candidato al Senato per Leu (grande sconfitto di queste elezioni) – ancora più difficile da digerire perché arriva dal suo collegio storico, quello di Nardò (nel Salento): per lui la percentuale si ferma al 3,9%, poco sopra la media regionale conquistata da Liberi e Uguali. Rimane, così, in quarta posizione battuto dalla pentastellata Barbara Lezzi (39,9). Non avrà posti in parlamento +Europa ma, avendo ricevuto il 38,91% dei voti al collegio Roma 1, la «pasionaria» Emma Bonino è senatrice.

 

 

Batosta anche per il ministro dell’Interno uscente, Marco Minniti, candidato alla Camera per il centrosinistra nel collegio di Pesaro. Le lodi per i risultati ottenuti sul fronte dell’immigrazione non sono bastate: il leader dem si piazza terzo con il 29% dei voti, battuto da Andrea Cecconi, parlamentare stellato che si è autosospeso per il caso «rimborsopoli» e che al momento sembra scomparso. «È in silenzio stampa – fanno sapere da M5s nelle Marche – Di Maio gli ha chiesto di dimettersi». Cecconi, però, non ha fatto sapere nulla sulle sue intenzioni e ha cancellato i suoi profili social.

 

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Ce la fa per un soffio invece Pier Carlo Padoan, a Siena: dopo un estenuante testa a testa con il leghista Claudio Borghi, il ministro dell’Economia ha rimontato fino a un salvifico 36,18%. Batosta anche per la giornalista Francesca Barra a Matera e per il presidente uscente del Santo: Pietro Grasso, leader di Leu va ko nel collegio uninominale di Palermo 1, con neanche il 6% (8,81%) delle preferenze risulta quarto, dietro il grillino Steni di Piazza, a Giulio Tantillo di Forza Italia e alla dem Teresa Piccione. E si ferma alla Camera anche Laura Boldrini: 4,61% a Milano Centro, superata da Bruno Tabacci (+Europa) e Cristina Rosello (Forza Italia). Male Dario Franceschini (29,25%), il ministro della Cultura uscente lascia Ferrara alla sfidante di centrodestra, Maura Tomasi. Perdono anche le ministre uscenti, Valeria Fedeli, che si ferma al 32% a Pisa, e Roberta Pinotti (26,72%), terza nella sua Genova. Piazzamento condiviso con Matteo Orfini a Roma, scavalcato dal possibile futuro ministro dello Sviluppo, il grillino Lorenzo Fioramonti. Debutto con sconfitta a Parma, infine, per Lucia Annibali, donna simbolo della campagna contro la violenza sulle donne.

 

 

Sul fronte della sinistra, alla fine, ne esce a testa alta la contestatissima sottosegretaria Elena Boschi eletta con il 41,23% dei consensi nel collegio di Bolzano. anche grazie ai voti del Svp (la Biancofiore si è fermata sotto il 12%). Il segretario altoatesino Alessandro Huber: «Bolzano è un piccolo segnale di speranza per il Pd, mentre il risultato nazionale richiede una riflessione». Il successo della Boschi è condiviso con il compagno di partito Paolo Gentiloni: attesa la standing ovation per il premier uscente, il 41,94% dei romani lo preferisce a Luciano Ciocchetti (30,93%) del centrodestra. Avanti a Firenze, il big Matteo Renzi: 43,9% rispetto al 24,6% del leghista Alberto Bagnai (ma ci sono ancora oltre 100 sezioni da scrutinare). Può sorridere anche il ministro uscente delle Infrastrutture Graziano Delrio a Reggio Emilia: quel 35,9 % di voti (a scrutinio quasi finito) gli apre le porte di Montecitorio. Sarà in compagnia dei compagni di partito e ministri uscenti anche loro, Luca Lotti (allo Sport) che ha raggiunto il 40,54% di voti nel collegio di Empoli, e Marianna Madia (alla Pubblica amministrazione) che a Roma si è attestata sul 37,48% di preferenze.

 

Il longevo (politicamente: è entrato in Parlamento nel 1983) Pier Ferdinando Casini di Civica Popolare si prepara per la decima legislatura consecutiva: è stato eletto al Senato nel collego di Bologna con il 33,12%. Conquista il seggio alla Camera anche la compagna di lista, Beatrice Lorenzin con il 38% dei voti conquistati a Modena.

 

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In casa 5 Stelle si prende una rivincita Salvatore Caiata, il presidente del Potenza Calcio espulso una decina di giorni fa dal Movimento perché indagato per riciclaggio. A Potenza-Lauria si prende il 42,1% di preferenze (in una Regione – la Basilicata – con affluenza record alle urne, 71,1% degli aventi diritto rispetto al 69,2% del 2013). Trionfo anche per Roberto Fico, presidente uscente della commissione di Vigilanza Rai: il pentastellato che il Movimento aveva messo un po’ nell’angolo. Plebiscito per lui a Napoli Fuorigrotta: 57,57%. Vola, come previsto, il leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio (64,8%), che ad Acerra tiene a netta distanza Vittorio Sgarbi (20,4%): un risultato che non dovrebbe cambiare di molto a scrutinio finito (resta ancora un centinaio di sezioni da vagliare). Non passa invece Pino Masciari (28,4%), imprenditore edile sotto scorta per la sua lotta alla ’ndrangheta e candidato al Senato con i 5 Stelle a Torino, battuto da Maria Virginia Tiraboschi di Forza Italia. Bocciato anche, sempre a Torino, l’olimpionico Domenico Fioravanti (29,3%), indicato da Di Maio come possibile ministro dello Sport, battuto dal candidato di centrodestra Roberto Rosso(36,4%). Stravince invece, in Sicilia a Marsala, Piera Aiello, la testimone di giustizia nelle terra di Matteo Messina Denaro, che non ha potuto mostrarsi in campagna elettorale per motivi di sicurezza. Ma nonostante l’assenza dell’immagine, Aiello ha raggiunto il 51% di voti distaccando di 20 punti Tiziana Pugliese di Forza Italia. Ora potrà mostrarsi in Parlamento ma con tutte le cautele del caso.

 

 

Nel centrodestra, buon risultato per Niccolò Ghedini: lo storico avvocato di Berlusconi in un primo momento indicato come possibile primo ministro in caso di vittoria è stato eletto, per il Senato, a Bassano del Grappa con il 52% delle preferenze. E a San Donà di Piave festeggia anche Renato Brunetta, candidato per la Camera, davanti a tutti con oltre il 40% di voti. Può brindare al risultato anche Giorgia Meloni a Latina: oltre il 43%. Vincono senza problemi anche, in Lombardia, Ignazio La RussaDaniela Santanchè, l’animalista Michela BrambillaStefania CraxiMariastella Gelmini. Ce l’ha fatta anche Giusy Versace, l’atleta paralimpica candidata alla Camera nel collegio uninominale di Varese (48,9% di preferenze)

 

Per molti «stangati» nell’uninominale comunque, come Boldrini e Grasso, una seconda possibilità per entrare alla Camera o al Senato arriva dal riparto proporzionale.

http://www.lastampa.it/2018/03/05/italia/speciali/elezioni/2018/politiche/vincitori-e-vinti-tra-i-big-negli-uninominali-dalema-ultimo-in-puglia-passa-la-boschi-o6FCs4kXFw9DC1ZYERcvOM/pagina.html

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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