“Ma versò il vino e spezzò il pane, per chi diceva ho sete e ho fame”.

A l’Isola di Capo Rizzuto bagnini e bagnanti soccorrono 56 rifugiati, la cui imbarcazione si era incagliata a pochi metri dalla costa.
Li recuperano con pattini e pedalò.
A riva aprono le borse termiche, tirano fuori acqua e cibo.
Danno da bere agli assetati. Prendono il cibo, lo spezzano e danno da mangiare agli affamati.
La Lega intanto blatera stronzate sui crocifissi.

C’è un’Italia bella, solidale, che non si gira dall’altra parte, come già dimostrato dai pescatori di Lampedusa.
Un’Italia che bisognerebbe raccontare in lungo e in largo, perché è anche così che ci si educa collettivamente: mettere sotto la luce dei riflettori questi atti di umanità e solidarietà che le leggi di questo paese e i vari Minniti e Salvini hanno messo nel mirino da un po’.
Questa è in un’Italia che esiste eccome.
Bisogna farla venire alla luce, darle orgoglio di sé, saper vedere in essa il seme del futuro.

Grazie a queste donne e a questi uomini.
Non hanno salvato “solo” 56 migranti.
Nella semplicità del loro gesto hanno salvato i nostri orizzonti.

Da Potere al Popolo

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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