Francesco Cecchini

Iván Márquez e Jesús Santrich

Jesús Santrich è da sei mesi nel carcere di La Picota a Bogotá e, Iván Márquez,  da più di due mesi, non è ritornato nell’area di reincorporazione di Miravalle (Caquetá).

L’ex negoziatore delle FARC-EP Iván Márquez e altri ex guerriglieri,  Óscar Montero, El Paisa; Aldinéver Morantes, Edinson Romaña, Albeiro Córdoba, Iván Alí, Enrique Marulanda, Iván Merchán e Rusbel Ramírez tra gli altri, accusano lo Stato di non rispettare l’accordo di pace e affermano che l’estradizione dell’ex leader della guerriglia, Jesus Santrich, sarebbe il fallimento della pace. In una lettera inviata a Jesús Santrich hanno scritto &Quello che oggi chiamano accordo di pace non è quello concordato dalle parti all’Avana. È un orribile stravolgimento. Se si confronta con il testo dell’Accordo del 24 novembre 2016 approvato dal Congresso della Repubblica si può vedere che hanno ucciso lo spirito e cambiato la sua essenza …& Affermano quindi che l’Accordo di pace dell’Avana è stato modificato unilateralmente e che oggi non corrisponde più a quanto concordato due anni fa e che evidenziano ha come garante del suo adempimento le Nazioni Unite e il suo testo finale è stato elevato a la categoria di Accordo speciale e depositato a Vienna. La lettera prosegue così:  &Le modifiche al contenuto dell’accordo da parte dello Stato sono problematiche quanto sconcertanti: se la JEP è stato concepito per tutte le parti coinvolte nel conflitto, perché sono esclusi militaari o agenti dello Stato? È necessario ribadire che la Giurisdizione Speciale per la Pace non è solo per la guerriglia, ma per tutti gli attori del conflitto &  Gli ex comandanti delle FARC-EP, ora convertiti in un partito politico, FARC, attribuiscono questi cambiamenti alla classe politica attuale, che accusano di aver usato militari per commettere crimini per i quali devono ora rispondere assieme ai politici responsabili. &Li hanno usati nella sporca guerra e nelle orribili vittimizzazioni e ora vogliono lavarsi le mani come Pilato. Non è giusto e non obbedisce alla verità. Per tutto il tempo hanno usato le forze armate per rimanere al potere mentre erano arricchiti dalla corruzione e pieni di privilegi &. A questo proposito, avvertono anche che la modifica proposta alla JEP può  servire a consegnarli alla Corte penale internazionale e aggiungono : &È ovvio che questo è un trucco dei politici per posporre la verità su quello che è successo nel conflitto e sui veri colpevoli &.

Le ultime parole della lettera a Santrich possono essere interpretate come una giustificazione per la decisione di continuare in luoghi sconosciuti, riconoscendo che la sua cattura, di Santrich, ha provocato un’enorme diffidenza nei confronti dello Stato, dal momento che basta una sola accusa della DEA perché il fantasma dell’estradizione appaia, e ricordano anche l’omicidio dei guerriglieri che hanno firmato gli accordi di pace, ma sono stati uccisi quando hanno deposto le armi: &Cosa si può dire dell’omicidio di oltre ottanta guerriglieri dopo la firma del Accordo di pace dell’Avana? Perché continuano a tenere combattenti della guerriglia nelle carceri contro l’accordo, che dovevano essere liberati con l’impegno di sottometrsi alla JEP?  Se è stato deciso il disarmo, perché si continua a sterminare i leader sociali di questo paese, ora gli assassinii  sono èpiù di 270?. &

NELLO STESSO TEMPO L’ IPOCRITA PRESIDENTE  IVAN DUQUE PARLERA’ A PARIGI DELLA PACE CHE IN COLOMBIA CRITICA E SABOTA.

IVAN DUQUE

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy