di Davide Matrone (da Quito)

Il 2 ottobre alle ore 20.00, sono state annunciate le misure anti – popolari in diretta televisiva e a reti unificate. Il Presidente della Repubblica dell’Ecuador, Lenin Moreno, ha proclamato alla nazione che verranno applicati una serie di provvedimenti economici per incrementare le giá esigue risorse statali.


Le ricette del Fondo Monetario Internazionale (FMI) cominciano a mietere vittime e provocare conseguenze nefaste.


Le vittime son sempre le stesse, quando interviene il FMI. Una storia vecchia e conosciuta. Però se viene camufflata bene, i diretti interessati non se ne accorgono fino a quando non viene sottratto loro e dalle tasche il denaro. Così è successo.


Negli ultimi due anni son passate sulla pelle del popolo ecuadoregno riforme nefaste che hanno lesionato poco a poco i diritti di cui dovrebbe beneficiare la maggioranza del popolo in uno Stato di diritto. In questi due anni però il grande e potente circo mediatico del paese era più attento a diffondere notizie da Caracas. Il popolo ecuadoregno era occupato a criticare la crisi in Venezuela, quello che faceva Maduro o quello che Guaidó diceva o non faceva. Intanto cresceva lo stato d’emergenza in Ecuador e non si aveva la reale percezione dell’entitá.


Da ieri sera gli ecuadoregni hanno compreso un poco di più che il proprio paese sta precipitando in una crisi irreversibile. Quando sono state annunciate le misure che in soldoni decurtano notevolmente il potere d’acquisto, allora la gente ha capito che forse era giunto – e finalmente- il momento di fare qualcosa.


Stamattina il paese si è svegliato sotto l’assedio dei manifestanti che hanno occupato praticamente le vie principali dell’intero paese, da nord a sud. Prima i trasportisti, poi i tassisti, poi gli studenti, i lavoratori pubblici, i venditori e altre categorie hanno paralizzato la circolazione. Il centro storico delle grandi città sono sotto assedio. I luoghi del potere circondati dagli agenti dell’ordine a controllare l’ira e le proteste.Chiuse le attività accademiche e le scuole in tutto il paese.


Chi pagherá questa crisi? Dicevamo sempre gli stessi, quando a provocarla è il Fondo Monetario Internazionale. Saranno i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico e privato, i piccoli commercianti, i piccoli produttori nazionali, gli artigiani, i coltivatori diretti, i braccianti e la classe media.


Si registrano una serie di aumenti sui prodotti di prima necessità con l’incremento del combustile per l’eliminazione dei sussidi statali. Il discorso della necessità della riduzione della spesa pubblica, incentivata dalla grande impresa, dai settori privati della produzione, dal settore bancario ha avuto nell’attuale governo un buon alleato. Alle pretese dei grandi gruppi di potere, l’attuale Presidente della Repubblica non ha mostrato contrarietà, anzi.


La promessa elettorale di Moreno di creare 250 mila posti di lavoro ogni anno, va in senso contrario. Dal dicembre 2018 al mese di marzo del 2019 sono stati cacciati circa 12.000 impiegati dai settori ministeriali e pubblici. La cifra è aumentata a 40.000 unitá se si considerano i due anni di governo attuale. Nell’ultimo periodo estivo altri 200 licenziamenti circa sono stati realizzati nel settore alberghiero nella sola cittá di Quito (150 unità solo nell’Hotel Quito).


Le riforme del mondo lavorativo colpiscono duramente i diritti dei lavoratori. Aumenta la precarietà, si incrementano i contratti a termine, si congelano gli aumenti salariali e la relazione capitale – lavoro propende sempre più – in termini di forza – verso il capitale.


Il settore pubblico viene sempre più ridotto all’osso e si potenzia il settore privato. Si incentiva l’introduzione di capitale straniero senza la presenza di tasse all’entrata, diminuiscono tasse che colpivano la rendita e i profitti e si aumentano quelle che colpiscono il mondo del lavoro.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ecuador__sciopero_generale_il_presidente_moreno_dichiara_lo_stato_demergenza/5694_30972/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy