La pandemia del nuovo coronavirus denominato COVID – 19, il compagno di ogni nostra giornata da marzo in avanti, sta mostrando agli Stati Uniti il suo volto peggiore. In questi giorni gli States sono divenuti, loro malgrado, l’epicentro mondiale del virus. Il Paese sta probabilmente pagando l’errore del suo presidente, il quale, come ricorderete, mentre mezzo mondo stava già cominciando a fare i conti con il patogeno, insisteva a dire che si trattava di una brutta influenza e che la priorità era spingere l’economia. Pare che i fatti recenti gli abbiano fatto cambiare idea.

Il virus ha serrato le scuole, messo in ginocchio più di una attività commerciale, rinviato a data da destinarsi le stagioni sportive (indotto non trascurabile in America) e posticipato la convention democratica di Milwaukee. Probabilmente, però, non sarà in grado di cancellare le primarie del Wisconsin programmate per oggi.

Una (non) decisione che fa discutere

A quanto pare questa elezione s’ha da fare. Nonostante il governatore del Wisconsin, Tony Evers (Partito Democratico), abbia cercato di impedire la tornata; nonostante l’ordine stay at home sia più che mai in vigore in quella che, secondo il gabinetto presidenziale, potrebbe essere “la peggior settimana dall’inizio dell’epidemia” per gli USA; nonostante i tanti lavoratori ai seggi abbiano già fatto sapere che sciopereranno in caso si tenga l’elezione; nonostante le numerose petizioni per rimandare il voto; a quanto sappiamo, nel momento in cui si scrive, le primarie sono assolutamente confermate. In barba a quella che si sta rivelando una tra le peggiori crisi sanitarie americane.

La situazione, per assurda che possa apparire, è la seguente. Basandoci su quanto scrive POLITICO, importante rivista americana che si occupa, com’è facile evincere dal titolo, soprattutto di politica, la legislatura del Wisconsin non avrebbe accettato la richiesta del governatore. Evers, preoccupato dai possibili rischi per la salute pubblica, è stato al telefono around the clock, durante lo scorso fine settimana, per cercare un rinvio. Ciononostante, sembrerebbe non si sia riusciti a trovare una quadra tra Stato, Partito, Governatorato e Forze dell’Ordine per far slittare l’appuntamento. L’idea che va per la maggiore, come sottolinea anche la testata usata come fonte, è altamente probabile che questa elezione si terrà il 7 aprile, indipendentemente da cosa faccia il governatore.

Non dimentichiamo però che negli USA il contagio circola in maniera più decisa rispetto all’Europa (stando a quanto ci fanno sapere gli esperti e i media maggiori, naturalmente) e la situazione peggiora rapidamente, seppure in maniera asimmetrica, lo Stato di New York, ad esempio, fino a pochi giorni fa la capitale mondiale del coronavirus, starebbe già cominciando a riscontrare una riduzione dei suoi casi. Non si può dunque escludere la possibilità che il governatore sia chiamato a prendere misure estreme, pur di impedire questa tornata elettorale, la quale, francamente, pare piuttosto inopportuna in un simile momento.

La delicata posizione del governatore

Evers si trova in una posizione difficilmente invidiabile, tra l’incudine e il martello potremmo dire, citando un noto proverbio. Da una parte i dem, in larga parte contrari ad andare al voto oggi, in una situazione simile. Il governatore del Wisconsin ha ricevuto numerose lettere da suoi colleghi di partito, soprattutto sindaci democratici di comunità del suo Stato, i quali gli hanno contestato di aver fatto troppo poco per chiedere il rinvio. Eppure, anche il governatore resta favorevole al rinvio. In un messaggio, egli ha affermato: “Si sta ignorando la gravità di questa crisi. E’ sbagliato. A nessuno si dovrebbe chiedere di scegliere tra le elezioni e la propria salute.” In aggiunta a ciò, Evers ha specificato che, qualora fosse oramai tardi per procrastinare il voto, almeno si mettano gli abitanti del Wisconsin in condizione di votare da casa. Negli USA, questo metodo è già ampiamente utilizzato. Eppure, la parte repubblicana della legislatura statale, non ha reagito in maniera positiva al messaggio del governatore, anzi, ha fatto spallucce.

L’ufficio del governatore sembra essersi ormai rassegnato al fatto che il voto per le primarie si terrà oggi, come da programma. Proprio questa rassegnazione potrebbe però rivelarsi letale al governatore. Inevitabilmente, Evers appare debole e poco incisivo in questo momento, poco più di un burattino i cui fili sono tirati da altri. D’altra parte, la strategia del governatore potrebbe essere quella di non inimicarsi troppo i repubblicani, dei quali ha bisogno per far pressione sul governo centrale in ottica richiesta fondi per l’emergenza COVID. Come già scritto, Evers si trova al centro di uno sgradevole fuoco incrociato e, forse, sta semplicemente valutando come possa scottarsi meno.

Cosa accadrà?

Difficile dirlo, anche perché nel cono d’ombra temporale tra il momento in cui questo articolo viene scritto e quello in cui sarà pubblicato, potrebbe cambiare tutto rispetto a quanto scritto finora. Specialmente se, malauguratamente, il fronte epidemico dovesse peggiorare sensibilmente. Stando alle informazioni che abbiamo ora, comunque, le primarie si terranno e gli elettori democratici del Wisconsin saranno chiamati alle urne. Se poi ci andranno davvero, resta tutto da dimostrare. Per i più temerari, ad ogni modo, i disagi corrono il rischio di essere davvero molti. Data la mancanza di personale, saranno aperti pochissimi seggi. Emblematica, a questo riguardo, la situazione di Milwaukee, sede della convention dem recentemente rimandata che assegnerà la nomination e città più popolosa dello Stato, dove solitamente per le primarie di partito sono aperti 180 seggi. Per questa elezione hanno garantito l’apertura soltanto 5 di queste postazioni.

Il fiasco dell’appuntamento sarà memorabile, tanto che passano in secondo piano i due candidati che si sfidano, Joe Biden (favorito) e Bernie Sanders. Nessuno dei due ha fatto, chiaramente, campagna dal vivo in questi giorni. Tramite internet, però, entrambi hanno continuato ad incontrare i loro sostenitori. Il tema principale è stato, naturalmente, la sanità. Ambedue i candidati hanno attaccato Trump, com’era prevedibile, mentre Sanders ha battuto forte sulla necessità di trasformare il sistema sanitario statale e renderlo pubblico e gratuito, com’era ancor più prevedibile. In definitiva, però, l’appuntamento elettorale del Wisconsin sembra interessare poche persone e rischia di trasformarsi in un violento boomerang. Una tornata così forzata e ingiustificabile, infatti, corre il serio pericolo di distanziare ancor più politica ed elettori, dimostrando una volta ancora come le primarie in USA siano principalmente un circo, una fanfara, un tour del Paese tra ricchi; non certo la quintessenza della democrazia che vogliono farci credere i dem statunitensi ed italiani. Anche se da noi ora si riuniscono sotto l’egida di Italia Viva, invece che sotto quella del PD.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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