Mappa della Nigeria

Francesco Cecchini


Ricordando Ken Saro-Wiwa (Bori, 10 ottobre 1941 — Port Harcourt, 10 novembre 1995), impiccato per attaccare la Shell, che rovinava il Delta del Niger e per difendere il proprio popolo, gli Ogoni. In una lettera, prima di venire impiccato, al suo amico, lo scrittore Willam Boyd, Ken Saro-Wiwa scrisse: Il mio morale è alto. Non vi è dubbio che col tempo la mie idee vinceranno, ma dovrò sopportare il dolore di questo momento… la cosa più importante per me è che ho utilizzato il mio talento di scrittore per permettere al popolo Ogoni di opporsi ai loro carnefici. Non sono stato capace di farlo come uomo daffari o come politico. I miei scritti lo fecero. E questo mi rende felice. Sono mentalmente preparato per il peggio, ma spero per il meglio. Penso che ho moralmente vinto.
NIGERIA
La Nigeria sono molte Nigerie. Il Paese ha linee di confine tracciate dal colonialismo inglese che contengono etnie, religioni, idiomi e culture molto differenti tra loro. Le etnie sono 250, tre le dominanti: gli Ibo a est, gli Yorubà a ovest e gli Hausa a nord. Questi popoli non hanno raggiunto l’ indipendenza con guerre di liberazione nazionali.
Il primo ottobre la Nigeria celebra 60 anni di indipendenza dal colonialismo britannico. ll primo ottobre del 1960 i nigeriani si riunirono nell attuale Piazza Tafawa Balewa a Lagos quando la principessa Alexandra, rappresentante della regina dInghilterra, consegnò i simboli dellindipendenza al primo ministro Tafawa Balewa, di etnia Hausa, che dette poi il nome alla piazza. .
Con i suoi allora 35 milioni di abitanti la Nigeria era già il più popoloso Stato africano e la situazione sociale ed economica non male. Dopo 60 anni le cose sono cambiate. La Nigeria è ora il Paese più popoloso dell’ Africa ed ha da poco superato i 200 milioni di abitanti. Nell ultimo censimento del 2006 la popolazione della Nigeria era di 140 milioni ed è proiettata a diventare il terzo paese più popolato al mondo nei prossimi 30 anni. Però potrebbe esserci un disastro demografico. A preoccupare è l alta percentuale di disoccupazione giovanile e le scarse possibilità dei ragazzi di accedere all istruzione. La Nigeria attuale è un paese ricco, dove i ricchi sono pochi e i poveri molti.
LAGOS CITTA’ DI SLUMS.

Slum di Makoko a Lagos
Lagos è una città costiera e oltre ad avere numerosi piccoli fiumi e lagune ha, sui 180 chilometri circa lungo l’ oceano Atantico, diverse spiaggie .
Quasi nello stesso periodo, fine 1400 inizi 1500, mercanti portoghesi chiamarono Bom Bahia Bombay e Lagos isole che trovarono sul Golfo di Guinea.
Le due città, anche oggi, hanno cose in comune. L’ industria cinematografica, per esempio. A Bombay c’ è Bollywood, a Lagos c’ è Nollywood, le due più grandi industrie cinematografiche del mondo. Ma, innanzitutto, sono megalopoli con mega slums; a Bombay c’ è Dharavi e molti altri slums, il 60% degli abitanti vive in slums, tanto che viene chiamata Slumbai. Anche Lagos è una città di slums. Tra i quali vi è Makoko, uno slum speciale con baracche su palafitte in acqua. Vi vivono circa 300.000 persone, che per lo più pescano. Una vera e propria città allinterno della megalopoli.
Ogni tanto la polizia, l’ esercito per favorire eventuali speculazioni edilizie sgomberano degli slums e gli abitanti non hanno altre alternative che andare nelle strade e rimanere senza tetto.
Due terzi della popolazione di Lagos vive in baraccopoli sotto la minaccia quotidiana degli sgomberi. Negli ultimi anni, almeno quaranta comunità sono state sfrattati con luso della forza. Si abbattono decine di migliaia di baracche per aprire cantieri destinati a una ristretta élite di uomini daffari, esponenti dellestablishment politico e finanziario. Nel 2017e nel 2018, molti abitanti delle baraccopoli di Otodo Gbame e di Illubirin sull’isola di Lagos sono stati uccisi o feriti durante le espulsioni condotte dalle autorità dello Stato di Lagos. Oggi, queste aree sono in fase di ristrutturazione in previsione della costruzione di appartamenti di lusso, che un nigeriano medio non potrà mai permettersi. Per esempio Eko Atlantic City al confine con Victoria Island, dopo lo sgombero di uno slum.
Il 21 gennaio 2020, nella città di Lagos, in Nigeria, agli abitanti delle baraccopoli su palafitte di Tarkwa Bay e Okun Ayo è stato imposto di lasciare le loro case con un preavviso di due ore. La marina militare nigeriana ha fatto irruzione simultaneamente nelle due baraccopoli, prima di sparare in aria con armi da fuoco. Quello che era stato inizialmente percepito come un addestramento militare da parte uno dei capi locali, si è rivelato un programma di espulsione particolarmente brutale, al termine del quale si sono contati 4500 senza tetto.
Anche Makoko è oggetto di tentativi di sgombero ai quali si oppongono gli abitanti. Il documentario, “Makoko” di Malì Arsan, trasmesso da Rai 3 e girato allinterno dei canali che collegano queste baracche su palafitte, racconta della vitalità e laboriosità che anima lo slum i cui abitanti rivendicano una riqualificazione dellarea per se stessa contro chi vorrebbe abbattere il quartiere, sfollare chi vi abita e costruire ville per la popolazione più ricca. Poco tempo fa i residenti di Makoko, , hanno protestato contro il progetto di sviluppo della comunità da parte del governo dello stato di Lagos, che non tiene conto dei propri bisogni reali.
Per gli abitanti di Makoko ed assieme a loro lorganizzazione Serac (Social and Economic Action Rights Centre), un gruppo di assistenza legale per le comunità minacciate di dislocazione forzata in Nigeria, ha messo a punto un piano di rigenerazione per Makoko. Il governatore di Lagos, pare essere interessato a venire a patti con la comunità.
A Lagos oltre agli slums c’ è nel quartiere di Ikeja The Srine, il club dove si esibiva Fela Kuti, che affermò: “Con la mia musica creo un cambio…uso la mia musica come un arma.”
La sua musica era ed è l’ Afrobeat.
Fela Kuti è stato la figura principale della musica popolare nigeriana. È stato in prigione e torturato diverse volte a causa delle sue critiche nei confronti del governo nigeriano e della difesa della cultura africana e della religione africana attaccate dalle attività missionarie evangeliche e cristiane. Gli africani hanno la loro religione che non è inferiore al cristianesimo e all’islam. Nelle sue canzoni ha criticato la corruzione e lo sfruttamento dell’Africa da parte di multinazionali
Ora nel club The Srine si esibisce il figlio Femi che, anche lui, canta a petto nudo. Anche le ballerine che ballano con Femi sono come le ballerine di Fela Kuti.
Molti, nigeriani e no, pensano che la musica Afrobeat di Fela Kuti sia la colonna sonora di Lagos.
I TERRITORI DI BOKO HARAM E DELL’ ISIS.

Gruppo armato di Boko Haram
In Nigeria non solo Boko Haram colpisce, ma anche l’ Isis. Recentemente almeno 18 persone, tra cui 4 soldati, 10 agenti di polizia e 4 civili, sono state uccise in un’imboscata a un convoglio governativo a Borno, regione nel nord-est della Nigeria. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis. I militanti hanno piantato ordigni esplosivi improvvisati sulla strada che collega la città di Monguno a quella di Baga. Il governatore dello Stato di Borno, Babagana Zulum, era in un precedente convoglio e non è stato ferito.
I terirritori dove opera Boko Haram non sono solo in Nigeria, fa incursioni anche in Camerun, Niger e in Ciad sa sud del lago Ciad, in Ciad. Boko Haram che in lingua hausa significa “l’ istruzione occidentale è peccato” fu fondata da Ustaz Mohammed Yusuf nel 2002 a Maiduguri, nel nord est della Nigeria. L’ idea era quella di insturare e diffondere la shari’a, il complesso di regole di vita e di comportamento dettato da Dio per la condotta morale, religiosa e giuridica dei suoi fedeli. Yusuf venne arrestato nel 2009 e morì in custodia ufficialmente durante un tentativo di fuga. Yusuf venne sostituito dal suo braccio destro Abubakar Shekaum e da allora iniziarono azioni armate in diverse aree della Nigeria settentrionale.
Nel settembre 2010, dopo essersi riunito sotto il nuovo leader, Boko Haram ha fatto uscire di prigione 105 suoi prigionieri insieme a oltre 600 altri prigionieri e ha iniziato a lanciare attacchi in diverse aree della Nigeria settentrionale.
Da allora iniziò linsurrezione di Boko Haram e a oggi nel nord-est, ma non solo, della Nigeria il bilancio è tragico, sono morte oltre 35.000 persone e oltre 2 milioni hanno dovuto lasciare i propri villaggi per cercare rifugio nei campi per sfollati o per profughi nei Paesi confinanti.
La struttura di Boko Haram è gerarchica e al suo vertice vi è un capo; ciò nonostante, talvolta il gruppo sembra agire come un insieme a rete di cellule indipendenti.
Boko Haram nel 2020 è ben lontana dallessere distrutta. Il quadro tracciato dal rapporto pubblicato ieri, 7 luglio 2020, dellInternational Crisis Group è il seguente.
Secondo lo studio dell organizzazione internazionale Camerun, Ciad, Niger e Nigeria, con il supporto del Benin, stanno facendo molto. In cinque anni, la task force militare multinazionale, costituita per far fronte al movimento islamista ha ottenuto buoni risultati. I diecimila soldati messi in campo hanno condotto diverse campagne militari tra il 2017-2019 che hanno avuto il merito di contenere lavanzata degli insorti, di liberare i civili e, soprattutto, consentire che gli aiuti umanitari fossero distribuiti alla popolazioni stremate.
Secondo il rapporto, Boko Haram è un gruppo ancora molto forte e radicato sul territorio ed è in grado di resistere alle ondate di attacchi delle forze armate.
“La minaccia jihadista non mostra segni di diminuzione e la situazione nel Nord-Est della Nigeria sta ulteriormente deteriorandosi. Lalleanza fra i cinque Stati poi è ancora fragile. Ciascuna nazione è riluttante a cedere il controllo di propri reparti a un comando comune. Ciò significa unazione che, spesso, è risultata scoordinata per effetto di debole catena di comando”.
Una risposta efficace, secondo gli analisti di International Crisis Group, deve quindi passare non solo attraverso unazione militare, ma anche attraverso sforzi civili per fornire servizi pubblici alla popolazione, migliorare le condizioni di vita nelle aree colpite. “Bisogna riguadagnare la fiducia popolare nellautorità pubblica. È poi necessario offrire ai militanti jihadisti percorsi per smobilitare in modo sicuro. Le operazioni militari sono fondamentali per creare uno spazio di sicurezza e la task force va rafforzata. Le azioni sul campo vanno poi sostenute e coordinate da un intervento capillare a livello di intelligence. Senza questo sforzo è difficile raggiungere risultati durevoli”. Si pone anche il problema del costo dellintervento. Le finanze dei cinque Paesi sono troppo fragili per sostenere spese militari elevate. “Unione Africana e Unione Europea, dopo aver sostenuto la nascita di questa task force congiunta, devono sostenerla economicamente.”
IL DELTA DEL NIGER

Gas flaring, combustione di gas, nel Delta del Niger
Il Delta del Niger è una Nigeria differente, vasta e drammatica.
La Nigeria è il principale esportatore di petrolio dellAfrica Sub-Sahariana, ma anche uno dei paesi più poveri del continente. Le multinazionali europee, tra cui litaliana Eni, operano nel Delta del Niger dagli anni Sessanta, esportando verso i mercati di consumo mondiali la ricchezza di questa terra.
Il Delta è la più grande zona umida dell’Africa e la terza al mondo. Copre un’area di 70.000 km2 ed è costituita da una serie di zone ecologiche: barriera costiera sabbiosa, aree salmastre di mangrovie salate, aree di acqua dolce, foreste paludose permanenti e stagionali e una pianura di foreste pluviali pianura. L’intera area è attraversata incrociata da un gran numero di torrenti, rivoli e da 20 estuari. Purtroppo questo ecosistema unico al mondo ha subito con la scoperta del petrolio nel 1956 una devastante opera di distruzione. Da allora il Delta è attraversato da fasci di oleodotti che solcano foreste, corsi d’ acqua, villaggi. Sono costruiti tutti in superfice, perché negli anni sessanta e settanta le giunte militari elargivano concessioni senza porre alcuna condizione. Il risultato è che i tubi si usurano, le giunture imbullonate perdono, oppure vengono sabotate dalla popolazione che cerca di appropiarsi di qualche litro di carburante da vendere al mercato nero. E’ il bunkering pratica illegale, ma molto diffusa. Abbiamo quindi il gas flaring, processo attraverso cui viene bruciato il gas naturale che esce e la cui combustione provoca seri danni all’ ambiente introducendo nell’ aria enormi quantità di CO2. Il gas flaring rilascia sostanze tossiche che potrebbero essere dannose per la salute e il benessere delle comunità locali.
Le autorità della Nigeria e le compagnie petroliferere, Shell, Eni, Exxon, Total si sono impegnate a porre fine a gas flaring nel 2020 (tra l’ altro esiste una legge del 1979 che probisce questa pratica e numerose sentenze ne confermano lillegalità), ma questi, anche se ridotto continua con gli stessi effetti negativi su ambiente e salute.
Tempo fa l’ opposizione a tutto ciò è stata fatta con energia dal MOSOP, Movement of Survival of Ogoni People e con la violenza di azioni armate dal MEND, Movimento per l’ Emancipazione del Delta del Niger. Ora il MEND non esiste più, ma vi sono altre organizzazini che che si oppongono, tra le quali Environmental Rights Action che si batte per lo stop allemissione di nuove concessioni estrattive nel Paese e per mantenere petrolio e gas nel sottosuolo. Environmental Rights Action chiede la compensazione dei danni subiti e la bonifica immediata del territorio del Delta.
Comunque la devastazione ecologica del Delta del Niger a causa dell’estrazione di petrolio deve essere una preoccupazione per il mondo intero.
UNA GUIDA PER VISITARE LA NIGERIA.
Molti sono gli scrittori nigeriani,Chinua Achebe, Wole Soynka, Chimamanda Ngozi Adichie e altri, anche Noo Saro-Wiva, figlia di Ken Saro-Wiwa scrive.
“In cerca di Transwonderland”, pubblicato nel 2012 nel Regno Unito da Granta Books e nel 2015 in Italia da 66thand2nd, è il racconto di un viaggio di ritorno in Nigeria. E’ un’ opera letteraria, ma può servire come guida per visitare il Paese.
LAGOS, Victoria Island, che non e’ solo un isola fisica, ma anche sociale e culturale nel mare tempestoso di questo mostro urbano, se gli slum sono le città dei poveri Victoria Island è la Lagos dei ricchi; lo Slave Relic Museum, che si trova a Onikan nella vecchia Lagos, attorno vi sono edifici in stile brasiliano costruiti dagli yoruba di ritorno dal Brasile. Il museo sono quattro edifici, squallidi fuori e dentro. Le gallerie sono povere. IBADAN, il Sacred Grove, bosco sacro degli Yoruba. ABUJA, Zuma Rock. KANO, il millenario Kurmi Market. NGURO, riserva di ucelli di Dogona. BAUCHI, YAKARI NATIONAL PARK, coccodrilli e il fiume Gaji. JOS, il National Museum e il paesaggio roccioso. MAIDUGURI,SUKUR, Sukur è patrimonio dell ‘ umanità dell’ UNESCO, villaggi dell’ età della pietra. CALABAR, il fiume Cross. CROSS RIVER STATE, il parco Afi Mountain Wildlife Sancuary con gorilla, scimpanzè, aquile, pappagalli. BENIN CITY, il palazzo dell’ Oba o eguae.PORT HARCOURT, la tomba di Ken Saro-Wiwa a Bori. LAGOS, The Shrine con i figli di Fela Kuti.
Noo Saro-Wiva tempo fa ha detto: “Ho lAfrica nel cuore”, quindi ha anche la Nigeria nel cuore. “In cerca di Transwonderland” è un atto di riconciliazione con il proprio paese, la sua gente, le sue diversità, ma è anche un atto d’ amore per la Nigeria.

Copertina di In cerca di Transwonderland

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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