Renzi ha detto al principe ereditario Bin Salman di “essere invidioso del costo del lavoro in ArabiaSaudita”, uno dei luoghi più repressivi e autoritari del mondo.

Tra decapitazioni, pene corporali pubbliche, eliminazione di oppositori e personaggi scomodi con processi iniqui, il lavoro in Arabia Saudita è stato definito espressamente schiavismo in vari report delle organizzazioni internazionali e delle associazioni dei diritti umani, soprattutto per quanto riguarda la manovalanza straniera (il 76% della forza lavoro privata) e le donne (retribuite il 54% in meno degli uomini che ricoprono le stesse posizioni).

Ovviamente l’attività sindacale nel paese è viatata e non esiste il diritto di sciopero (la pena per chi sciopera è il carcere e centinaia di frustate). Durante la pandemia una nuova legge ha anche introdotto il diritto per i datori di lavoro di tagliare in modo unilaterale gli stipendi dei dipendenti fino al 40%.

Forse adesso è più chiaro a chi si ispirava Renzi quando introduceva il Jobs Act

potere al popolo

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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