Sciopero a Bogotá

Francesco Cecchini

La Colombia sta vivendo un periodo difficile e drammatico sia in termini economici che sociali, a causa della pandemia e dell’instabilità che si è verificata sulla base dell’isolamento imposto. Il Covid-19 sta colpendo duro in Colombia. I dati aggiornati danno 2.804.881 casi, 2.616.821 ricoveri in ospedale e 72.235 morti. Questo su una popolazione di circa 51 milioni di abitanti. inoltre vi sono  i continui assassinii di leader sociali, ex guerriglieri e massacri.  Ex guerriglieri hanno ripreso le armi. Non è stata fatta la pace con l’   ELN. Esistono ancora i paramilitari e colpiscono.                In questa situazione il Comité Nacional del Paro ( Central Unitaria de Trabajadores CUT, Confederación Nacional del Trabajo CGT, Confederación de Trabajadores de Colombia CTC, Confederación de Pensionados de Colombia CPC, Confederación Democrática de los Pensionados CDP, Federación Colombiana de Trabajadores de la Educación Fecode, Dignidad Agropecuaria, Cruzada Camionera) ha dichiarato e gestito uno sciopero nazionale il 28 aprile contro la riforma tributaria ( Inoltre si chiede che il governo nazionale fermi l’arroganza e l’  indolenza, protegga efficacemente leader e leader sociali, attui l’accordo di pace, rafforzi l’assistenza sanitaria, acceleri le vaccinazioni, garantisca il reddito di base di un salario minimo, zero tasse scolastiche e sostegno alle piccole imprese e rispetto garanzie democratiche).

Il terzo progetto di riforma fiscale di Iván Duque è in pratica una confisca di quel poco che hanno i lavoratori rurali e urbani, i pensionati, i poveri insomma. La grande bugia è affermare che si tratta di una “Legge di solidarietà sostenibile”. Molte sono state le prese di posizioni per far rinviare lo sciopero per la gravità della pandemia, dal Ministero della Salute a una sentenza  del Tibunale di Cundinamarca, ma il Comité Nacional del Paro non ha desistito e ha fatto bene. Lo sciopero è stato un successo, manifestazioni  con migliaia di persone hanno riempito le strade e le piazze di più di 500 città e paesi della Colombia. Anche all’ estero, in una cinquantina di città vi sono state manifestazioni contro la riforma tributaria di Iván Duque.

Oltre ai settori sociali presenti  nel Comitato Nazionale per lo Sciopero altri hanno partecipato alle manifestazioni. Il popolo colombiano ha ripreso l’   azione iniziata il 21 novembre per la vita, la pace, la democrazia e i diritti.

Vi sono stati isolati episodi di vandalismo avvenuti in due o tre città, e in particolare saccheggi avvenuti nella città di Cali, nei quali i manifestanti non hanno partecipato e sono stati coinvolti.

Da parte delle forze pubbliche, in particolare ESMAD, vi sono state azioni repressive  volte a sciogliere e prevenire le mobilitazioni, l’uso sproporzionato della forza, gli arresti di diversi manifestanti e gli atti che hanno ferito dozzine di persone. Gruppi di difesa dei diritti umani parlano di 4 morti.

Considerato il successo ottenuto dello sciopero definito “grandiosa espressione della cittadinanza” il   Comité Nacional del Paro ha informato che le manifestazioni continueranno fino al ritiro della riforma tributario e ha chiesto al popolo di scendere nuovamente nelle strade giovedì 29 aprile. Sicuramente vi sarà un congiungimento con il primo maggio, comunque viene convocato uno sciopero nazionale per 19 maggio.

Molti politici, Iván Cepeda, Gustavo Petro e altri,  si sono dichiarati favorevoli allo sciopero. Significative le dichiarazioni contro la riforma tributaria del senatore Sergio Fajardo, il più moderato tra i favorevoli, candidato presidente alle prossime elezioni del 2022: “Il governo ha l’  obbligo di ascoltare. Presidente, Iván Duque, ritira subito la riforma fiscale, c’  è ancora tempo per stringere accordi con i diversi settori sociali. Il malcontento è reale e non c’è spazio per la sordità “.

Tutto ciò, sciopero e dichiarazioni di politici, ricorda l’   importanza di costruire un’  alternativa politica vincente formata da partiti,Colombia Humana Farc, Unión Patriótica, e sindacati,Central Unitaria de Trabajadores (CUT),Confederación de Trabajadores de Colombia (CTC), Confederación de Pensionados de Colombia (CPC), Confederación General del Trabajo (CGT) e FECODE per sconfiggere il governo di Iván Duque e del suo partito alle elezioni del prossimo anno.

Nei cartelli è scritto: Sciopero per la vita e i nostri diritti. No alla riforma tributaria.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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