Tanti soldi spesi come, e forse troppe armi micidiali che non sai bene che fine stiano facendo, l’accusa di partenza, e i Repubblicani per le elezioni midterm si dividono sul sostegno all’Ucraina. Da una parte la ‘corrente trumpista’, che ci sia Donald direttamente o chi per lui, che vorrebbe terminare o limitare gli aiuti di Washington a Kiev, mettendo fine alla guerra triangolata contro la Russia e imponendo la pace. Dall’altra c’è quella di chi considera irrinunciabile restare dalla parte di Kiev per colpire il Cremlino. Il punto di Piero Orteca per Remocontro*

L’Ucraina nelle elezioni midterm in Usa. Se i repubblicani vincono vogliono rivedere conti e obiettivi

Elezioni americane di Midterm, forse mai come questa volta di portata internazionale. Il controllo del Congresso, che potrebbe passare di mano, dai Democratici ai Repubblicani, è al centro di una battaglia politica che investe, nella sue possibili conseguenze, il mondo. Sempre, ‘America first’, minacciata alla Trump o ripetuta con educazione da Biden. ma sempre interessi americani prima di tutto, in casa e fuori, cioè il pianeta o quasi.

I Repubblicani, all’attacco del fortino di Biden, puntano su alcuni temi che giudicano prioritari per gli elettori. A cominciare dall’inflazione e dalle prospettive, non proprio rosee, che potrebbero riguardare l’economia degli Stati Uniti

Ed è per questo che hanno tirato in ballo, in maniera molto brusca, i continui finanziamenti per sostenere la guerra degli ucraini contro i russi invasori. Il leader del ‘Grand old party’ alla Camera, Kevin McCarthy, ha detto che se il suo partito prenderà la maggioranza “non firmerà più un assegno in bianco all’Ucraina”. Vogliono tagliare i finanziamenti Usa, impedendo a Kiev di difendersi? Tutti i maggiori quotidiani d’Oltreoceano hanno cercato di ‘leggere’ tra le righe della notizia. Tra i più convincenti c’è ‘Politico’, che fa vedere come la mossa, oltre ad avere un’impronta chiaramente elettoralistica, dimostri l’esistenza di diverse anime nel Partito repubblicano.

La fine del mondo per Kiev?

Già in occasione del primo mega-finanziamento di 40 miliardi di dollari per l’Ucraina, a maggio, votarono contro 11 senatori e 57 deputati repubblicani. A settembre, però, è passato un altro impegno di spesa per 12 miliardi. Si tratta di somme importanti, specie in un periodo in cui molti americani devono tirare la cinghia, per gli alti livelli di inflazione che supera l’8%.

Ma attenzione: McCarthy non parla di tagliare i finanziamenti. Lui non vuole firmare “assegni in bianco”. Vuol sapere a che tipo di conclusioni (se ce n’è una) porti la strategia di Biden. Difficile dare una risposta, perché le cose, almeno dal lato americano, si fanno complicate. Intendiamoci: stiamo parlando di un sistema politico che non fa mai niente a caso e che si muove solo orientato dalla forza dei sondaggi

E qualcosa nella percezione “media” dei Repubblicani dice loro che stanno battendo i tasti giusti per controllare il Congresso. Attenzione però: nessuno vuole gettare ai pescecani gli ucraini e, secondo ‘Politico’, finita la battaglia per le elezioni di Medio termine, si potrebbe ritrovare un’intesa bipartisan. Anche se ciò dipenderà da molte cose. Kevin McCarthy potrebbe diventare, da speaker della Camera, la terza carica degli Stati Uniti.

Una figura potente, capace di influenzare l’agenda legislativa della Casa Bianca e di contrattare con Biden (ormai “anatra zoppa”) alcune priorità. Per questo, diversi analisti pensano che i Democratici sfrutteranno il mese di dicembre, prima cioè che s’insedi il nuovo Congresso, per approvare ulteriori finanziamenti a favore dell’Ucraina.

Elezioni midterm, previsioni

I “polls” attuali danno il Partito repubblicano quasi sicuramente vincente alla Camera, mentre al Senato la partita è apertissima. Da questo punto di vista, pur sottolineando la varietà di posizioni esistenti nel partito repubblicano, è probabile che Biden avrà grandi difficoltà a far passare la sua attuale strategia di sostegno all’Ucraina anche nel 2023.

Probabilmente, quando McCarthy parla “di non voler più firmare assegni in bianco”, non si riferisse solo alle quantità di finanziamenti in ballo, ma anche all’esigenza che tutto sia finalizzato a un piano preciso per chiudere il conflitto. Certo, la “sparata” del leader è stata criticata da altri esponenti del partito. Uno di questi è stato l’ex vice presidente Pence, ma anche il chairman repubblicano al Senato, Mitch McConnell, ha voluto ribadire il suo sostegno a Kiev

Però, sotto la vernice delle spiegazioni geopolitiche spunta sempre il portafogli. Michael McCaul, repubblicano della Commissione esteri, ha detto di essere “preoccupato non tanto per gli obiettivi, quanto per i costi”. E tanto per far capire di cosa stiamo parlando, ha chiesto agli alleati europei di allargare i cordoni della borsa e di sostenere l’Ucraina più generosamente.

Ma, di fondamentale importanza, McCaul ha lanciato un vero e proprio avvertimento alla Casa Bianca, al Pentagono e al Dipartimento di Stato: non stiamo dicendo che gli aiuti verranno tagliati, ma ribadiamo che la supervisione, la responsabilità e l’ultima parola spettano al Congresso. Il segnale è chiaro e le elezioni di Medio termine centrano solo fino a un certo punto.

In sostanza, anche nel caso dell’Ucraina, come già avvenuto in altre circostanze, i Repubblicani accusano la Casa Bianca di spendere e spandere senza una strategia compiuta. Ma seguendo un modello “per prova ed errori”.

Aborti, diritti civili e ora anche Ucraina

E questo vale, secondo il GOP, per l’inflazione, la criminalità dilagante e per i flussi migratori clandestini. Ora, i Repubblicani hanno aggiunto al cahier de dolèances anche l’Ucraina, sperando di fare tombola. Dall’altro lato, i Democratici si erano ripresi nei sondaggi dopo la sentenza della Corte suprema contro l’aborto e continuano a battagliare sui diritti civili. Basterà?

* Grazie a Remocontro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy