Il Sudamerica cambia e si allontana dagli Stati Uniti.
Con l’elezione del socialista Lula in Brasile, tutto il Sudamerica, tranne 3 Paesi, è ormai diretto da governi favorevoli o comunque non ostili ad un progetto di integrazione latinoamericana che non sia dominato dagli Stati Uniti.

È in quest’ottica che si inseriscono due notizie di ieri: la storica visita in Venezuela del nuovo presidente colombiano (per decenni esecutore del totale volere di Washington) e l’apertura del Brasile di nuovo alla cooperazione col Venezuela socialista, come fu ai tempi delle precedenti presidenze Lula e Dilma.

Il presidente socialista Maduro ha annunciato su twitter: “Ho avuto una buona conversazione telefonica con il Presidente eletto della Repubblica Federale del Brasile Lula, con il quale abbiamo deciso di riprendere l’Agenda Binazionale per la Cooperazione tra i nostri paesi. Grazie per la tua disponibilità!”

Poche ore dopo, lo stesso Maduro, riceveva al Palazzo presidenziale di Miraflores il suo omologo colombiano l’ex guerrigliero Petro, il quale, durante la firma degli accordi, dichiarava che “è giunta l’ora per i paesi sudamericani di iniziare ad unirsi per parlare con un’unica voce nelle riunioni internazionali per combattere il ritorno dei fascismi, dell’autoritarismo, delle guerre e il ritorno a Mussolini e alle sue idee”.

Di seguito la traduzione del discorso di Petro: “È antistorico che per 6 anni Colombia e Venezuela siano state separatie, siamo un unico popolo, ci uniscono legami di sangue.

Il Venezuela ha accolto per decenni milioni di profughi colombiani.
Oggi essere separati politicamente è una avventura suicida, bisogna essere uniti.

Il primo passo è risanare la nostra frontiera (di 2200 km) attualmente in mano delle mafie.
Organizzazioni mafiose la cui testa è multinazionale.

Pertanto torneremo a lavorare uniti con le nostre due intelligence per colpire non tanto l’operaio del narcotraffico ma soprattutto i capi del capitale finanziario, che finora non sono stati quasi mai colpiti e che sono pericolosi perché destabilizzano politicamente i nostri paesi.

Risanare la frontiera favorirà il piccolo commercio popolare dei nostri contadini che potranno passare da un lato all’altro, finora potevano farlo solo le grandi imprese multimilionarie.

Altro pilastro della nostra unione sarà la difesa della selva amazzonica oggi in pericolo.
Non è sufficiente proteggere la selva amazzonica, è necessario cambiare il sistema economico che la sfrutta intensivamente.

Lo sforzo deve essere comune, speriamo si includa necessariamente il Brasile e tutti i paesi del bacino amazzonico.
Dobbiamo andare alla prossima riunione del Cairo con una posizione comune sudamericana.

Richiederemo di nuovo l’integrazione del Venezuela dalle organizzazioni da cui è stato escluso, la Comunità Andina e il Sistema Interamericano di Diritti Umani.

Oggi di fronte alla barbarie nel mondo, di fronte all’avanzata dei fascismi e dell’autoritarismo, di fronte alle migrazioni a cui si risponde con pallottole alla frontiera, sia in Europa dove nacque la parola “democrazia” ed il mare Mediterraneo si è trasformato in una fossa comune, sia qui in America quando si attraversa il rio Bravo, dobbiamo iniziare noi a dare il primo esempio di rispetto dei diritti umani che sempre vengono invocati dalla Carta Interamericana Liberale ma che poche volte sono stati rispettati visto il ripetersi di dittature violente come quella di Pinochet senza che nessuno alzasse la voce facendola rispettare.

Dobbiamo raggiungere una reale integrazione tra i paesi latinoamericani, nei fatti e non solo nei discorsi.

L’incapacità del mondo a risolvere la crisi climatica ed economica oggi non trova altra soluzione che nelle guerre, guerre ed ancora guerre.
Non trova altre soluzioni che la xenofobia e ritornare a Mussolini e alle sue idee.

È per questo motivo che oggi l’America Latina è, e deve essere la torcia, il faro della democrazia mondiale legandoci al popolo, senza il quale nulla è possibile e dobbiamo illuminare il mondo, perché se in questo 21° secolo non compare la luce andiamo incontro all’estinzione.

Ed è per questo che facciamo richiesta alla nostra fraterna Repubblica del Venezuela di unirci in uno sforzo comune che deve costruire una storia mondiale per la quale dobbiamo essere audaci, dialoganti, aperti, per accendere la torcia e gridare “democrazia e libertà”.

Nei commenti al post il link con il video integrale dell’incontro tra Petro e Maduro ed il discorso dei due presidenti ed il link del tweet di Maduro che riguarda la telefonata con Lula.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

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