Obiettivo primario della strategia statunitense nella regione eurasiatica – fin dal secondo dopoguerra – è sempre stato quello di contenere la Russia – l’URSS prima, la Federazione russa adesso – un fatto documentato da diversi rapporti di think tank americani e oltremodo noto in ambito di studi geopolitici. Nell’ultimo periodo è emerso – anche attraverso testimonianze dirette – come a tal fine gli Stati Uniti abbiano finanziato ampiamente e addestrato, fin dal 2014, l’esercito ucraino. Anno in cui la Russia riannesse ai propri territori la Crimea in seguito ad un referendum organizzato nella regione ucraina.
Dopo il cambio di governo a Kiev, la cosiddetta “rivoluzione di Maidan” supportata da ormai comprovate interferenze americane per instaurare un governo filoccidentale, e il conseguente ritorno della Crimea alla Russia, gli americani decisero che era giunto il momento di preparare la guerra contro Mosca, addestrando migliaia di soldati ucraini, finanziando e fornendo armi all’esercito dell’ex stato sovietico, in modo occulto. La strategia, del resto, è contenuta nel piano della Rand Corporation – uno dei più importanti think tank americani – intitolato “Over-extending and Unbalancing Russia” in cui si indicavano le modalità per far crollare Mosca: tra queste rientra anche quella di smarcare l’Europa dall’energia russa. Già nel 2014, Obama decise di promuovere una profonda ristrutturazione delle forze armate di Kiev stanziando 291 milioni di dollari per riformare l’esercito ucraino e il generale Pat Ryder – portavoce del Pentagono – ha riferito poco tempo fa che «Decine di migliaia di soldati ucraini hanno ricevuto addestramento dal 2014, il ritmo è accelerato in seguito all’invasione della Russia a febbraio. I membri del servizio Usa stanno fornendo ai soldati ucraini addestramento su vari sistemi d’arma che stiamo fornendo all’Ucraina», una conferma in più di come l’ex Stato sovietico sia uno strumento americano utile, tra l’altro, per poter piazzare missili, basi militari e potenti radar immediatamente a ridosso di Mosca.
L’“operazione speciale russa” del 2022, dunque, non è nient’altro che la punta dell’iceberg di un processo di destabilizzazione della regione che prosegue almeno dal 2014. Gli Usa hanno sovvenzionato la creazione di un nuovo esercito, investendo anche sui gruppi paramilitari e, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, a gennaio 2021 i fondi provenienti dagli Stati Uniti erano già 11 miliardi, mentre «dal 2015 gli ufficiali statunitensi hanno partecipato agli addestramenti nella base di Yavoriv. Cinque battaglioni l’anno, tra i 2.500 e i 5.000 uomini, venivano formati a usare armi e strategie della Nato». La guerra, dunque, covava sotto la cenere da lungo tempo e l’azione russa del 2014 non è – contrariamente a quanto sostiene fallacemente l’informazione mainstream – un’azione estemporanea dettata da interessi territoriali, ma l’effetto di una lunga azione di accerchiamento, portata avanti attraverso tre direttrici: politica, per mezzo del cambio di governo a Kiev avvenuto nel 2014; militare, per mezzo delle forniture di armi e addestramento all’esercito ucraino che nel 2014 era ridotto ai minimi sia in termini numerici che di mezzi bellici e, infine, geopolitica, tramite l’espansione a est della Nato.
Attualmente, agli addestramenti americani si stanno aggiungendo anche quelli europei: l’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei, Joesep Borrell, ha annunciato, infatti, che circa 15.000 soldati ucraini verranno addestrati sul suolo della Ue. I quartieri generali saranno la Polonia e la Germania.
Oltre a questi aspetti, va aggiunta la cospicua rete di biolaboratori finanziata negli anni dagli Stati Uniti in Ucraina e confermata sia da Victoria Nuland – Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici degli USA – la quale si è detta molto preoccupata circa la possibilità che questi possano finire sotto il controllo russo, sia dalle e-mail trovate nel laptop di Hunter Biden dalle quali emerge una collaborazione tra Metabiota – un’azienda californiana appaltatrice del Pentagono, specializzata nella ricerca su malattie che causano pandemie da utilizzare come armi – e Burisma – azienda energetica ucraina – per sviluppare un “progetto scientifico” relativo a laboratori di biosicurezza in Ucraina. Si tratta di una questione della massima importanza per quanto attiene la sicurezza della Federazione perché in questi laboratori potrebbero essere contenuti agenti patogeni letali.
I media occidentali, dunque, ci dicono tutto dell’invasione russa dell’Ucraina, ma non ci dicono niente di come gli USA abbiano addestrato e stiano addestrando Kiev per la guerra già da otto anni per perseguire l’obiettivo di destabilizzare Mosca, a cui si aggiunge lo sviluppo di biolaboratori e l’installazione di basi militari (occulte) alle porte di quella che resta pur sempre una superpotenza militare.
[di Giorgia Audiello]