Soledar, le foto della distruzione: case e scuole in macerie e campi ridotti a distese di crateri. Per le cose militari depurate delle convenienze politiche (e giornalistiche) del momento, una grave sconfitta che metterebbe a rischio l’intera linea di difesa ucraina nel Donetsk. Il punto di Remocontro*

Soledar esiste ancora? E quanti morti dalle due parti?

“È troppo presto per sfregarsi le mani. A Soledar è stato fatto un immenso sforzo e tali azioni sono state eroiche e di sacrificio, come in molte altre aree in cui le operazioni offensive sono in corso e proseguiranno”, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, a valorizzare ciò che stava accadendo. La caduta di Soledar era stata rivendicata dai mercenari russi del gruppo Wagner e dal presidente dell’autoproclamata Repubblica popolare di DonetskDenis Pushilin. Stessa prudenza di Mosca, ma con motivazioni opposte, dal segretario alla Difesa degli Stati UnitiLloyd Austin, “Contesto molto fluido con combattimenti davvero violenti, che non consentono di confermare le notizie”.

Cremlino e Pentagono che frenano nei resoconti dallo stesso campo di battaglia. Di cosa hanno paura o cosa vogliono nascondere, la domanda da farsi. Valutazione strategica di Analisi Difesa: “A Soledar la situazione per gli ucraini era apparsa disperata già da alcuni giorni dopo che le forze russe composte dai ‘musicisti’ del Gruppo Wagner, dalle unità della Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) e da unità delle forze aeromobili dell’esercito russo erano avanzati a nord e a sud della città lasciando così solo un corridoio di fuga a nord per il ripiegamento della guarnigione ucraina ancora schierata nel centro città, stimata tra i 500 e mille combattenti”.

Pochi i dettagli fatti filtrare dalle autorità di Kiev e dai media europei, generalmente poco propensi a raccontare le sconfitte ucraine, come annota Gianandrea Gaiani.

La conquista della regione di Donetsk

Ma è proprio da fonti ucraina che si riesce a capire la portata di un macello altrimenti incomprensibile anche nella follia di questa guerra ormai feroce. “Il nemico focalizza i suoi sforzi per cercare di riconquistare completamente la regione di Donetsk, conducendo operazioni in direzione di Bakhmut. Il nemico cerca di prendere il controllo della città di Soledar e delle vie di rifornimento delle unità ucraine, soffrendo pesanti perdite. La battaglia è in corso”. Tradotto dal politichese militare con obbligo di bugia, l’esercito ucraino è in ritirata e cerca di salvare il salvabile, di fronte ad una quantità di perdite da ambedue le parti, da paura, da orrore.

Le perdite sempre e solo in casa avversaria

Sulle perdite subite dagli ucraini in questa battaglia fonti indipendenti russe riferiscono di circa 6/7 mila morti e 18 mila feriti riferendo che nel dedalo di gallerie delle miniere di sale sono stati trovati molti corpi abbandonati, come accadde nei sotterranei dell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Da fonti militari ucraine si stima che la battaglia di Soledar sia costata a Kiev circa 14 battaglioni, fonti citate da Russia Today riferiscono addirittura di 20/25 mila morti e feriti dall’autunno scorso. Fonti decisamente di parte, dati che è impossibile al momento verificare né certo potranno farlo fonti neutrali.

Restano le immagini sui canali Telegram di mezzi occidentali forniti agli ucraini distrutti nella battaglia, inclusi veicoli protetti 4×4 Lince italiani, blindati leggeri VAB francesi e cingolati M113, spiega chi sa leggere queste cose.

Battaglia più o meno importante se vinci o se perdi

Da Kiev il tentativo di sminuirne la portata strategica della battaglia che invece, osservatori militari terzi segnalano come ‘seconda linea difensiva del Donbass’, col la città chiave di Bakhmut. A favorire i sospetti sul tentativo di ridurre la portata di quanto accaduto, il portavoce del Consiglio per la sicurezza USA, John Kirby, secondo cui «Se anche Bakhmut dovesse cadere in mano russa, questo non avrà un impatto strategico sulla guerra e non fermerà gli ucraini nel loro sforzo per la riconquista dei territori occupati». Excusatio non petita… Da Analisi Difesa: “Minimizzazioni che potrebbero indicare la consapevolezza di Washington che l’intera linea di difesa ucraina nel Donetsk è compromessa”.

A rischio l’intera linea difensiva ucraina

La perdita di Soledar rende ancora più precaria la situazione delle truppe di Kiev a Bakhmut (Artemovsk), 10 chilometri più a nord, la cui caduta imporrebbe agli ucraini di ritirarsi rapidamente verso un’ultima linea difensiva nella regione di Donetsk, la valutazione militare oggettiva. Ma la logica della politica non coincide spesso con le realtà militari. “La decisione del presidente Zelensky di non cedere un solo metro di territorio ha costretto l’esercito ucraino ad alimentare il fronte in questo settore con un continuo afflusso di brigate sottratte ad altri fronti quali Kherson e Zaporizhzhia. Le stime riferiscono di 12/15 mila caduti da agosto a Bakhmut”.

Nei giorni scorsi erano circolate voci circa le reiterate pressioni dei vertici militari ucraini, in testa il capo di stato maggiore, generale Valerii Zaluzhnyi, per indurre Zelensky ad autorizzare il ritiro da Soledar e Bakhmut.

* Ripreso da Remocontro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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