ByGabriele Germani

L’ascesa cinese ci costringe a porci delle domande riguardo la natura dei rapporti internazionali e le informazioni che riceviamo dai nostri media sul tema.

L’ascesa cinese

Storicamente, nel blocco euroasiatico paesi come RussiaCina, Ottomani (Turchia), Persia (Iran) furono il centro di grandi imperi multiculturali. Questi si concentrarono o sulla costruzione dello Stato, attraverso burocrazia e commercio interno, o sulla sicurezza e la stabilizzazione territoriale. Questi Stati si concentrarono sulla terraferma.

La destabilizzazione del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, iniziò a cavallo di ‘800 e ‘900, con la definitiva affermazione del duo angloamericano sui mari. La perdita di rilevanza, se non a fini strategici o di risorse (petrolio), dell’area portò ai conflitti che da quasi un secolo vediamo.

Non a caso, la strategia multilaterale e di diplomazia continentale cinese si contrappone a questo modello: sia per la sua tradizione diplomatica, sia per i più recenti sviluppi riguardo i tre mondi e il non allineamento del secondo ‘900.

In concreto, la Cina ha ottenuto negli ultimi mesi risultati diplomatici enormi, impensabili per l’Occidente: proposta di pace in Ucraina rifiutata dagli USA, ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita, generale riapertura al dialogo in Medio Oriente, avvicinamento dell’Arabia Saudita allo SCO.

Non ultimo il rapporto tra Cina e Corea del Nord, che permette alla prima di fare da mediatore tra la comunità internazionale e la seconda.

Questi aspetti emergono, dunque, da uno stile tipicamente cinese, ma si inseriscono anche in un più generale processo storico di risistemazione delle risorse economiche e del potere.

Dopo circa 500 anni di predominio occidentale sul mondo attraverso il controllo dei mari, la tecnica e il capitalismo, sorge un’alternativa culturale (non europea

Inserendo questa prospettiva sul lungo periodo, notiamo il già citato pendolo euroasiatico, ma anche alcuni aspetti decisivi che dovremo approfondire:

1- La continua formazione in Eurasia di alternative al dominio economico commerciale (talassocratico) anglosassone, in questa prospettiva va letto sia l’esperimento sovietico che quello cinese;

2- Una rielaborazione della teoria critica; nel ‘900, il marxismo è stato riassorbito o sconfitto dalla classe dirigente occidentale, mentre la sfida portata dai Non Allineati è riemersa negli ultimi anni con i BRICS, arrivando a coinvolgere la Russia (erede dell’URSS) in in questo progetto (teoria del sistema-mondo; teoria della dipendenza).

3- Dobbiamo, infine, interrogarci sull’eccezionalità degli ultimi 500 anni: tanto non possiamo negarne la specificità in termini tecnologici, altrettanto possiamo supporre sia un’oscillazione del pendolo tra Europa e Estremo Oriente. Eccezionale sembra essere la durata del predominio occidentale, probabilmente favorita dall’introduzione del continente americano (a sua volta favorita dalla tecnica).

Resta necessario interrogarsi sulle reali conseguenze sul lungo periodo e se siamo davanti a una rottura insanabile del pendolo o semplicemente a formule alternative dello stesso (durata maggiore dei cicli; introduzione dell’America; coinvolgimento dell’Atlantico e del Pacifico, ecc).

Mao disse: “L’immensa maggioranza dell’umanità vive oggi nella sofferenza e non può liberarsene se non seguendo la via indicata da Stalin”, parafrasando potremmo dire: “L’immensa maggioranza dell’umanità vive oggi nella sofferenza e non può liberarsene se non seguendo la via indicata da Xi Jinping, Lula, Modi, Putin e Ramaphosa?”

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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