Il governo Meloni ha deciso di cedere la rete Tim direttamente alla CIA. Non chiamateli più sovranisti. Il governo ha scelto di andare verso la separazione tra infrastruttura e servizi con una scelta opposta ai grandi paesi europei che, pur alleati degli USA, non rinunciano alla propria sovranità. L’Italia col governo Meloni è diventata direttamente una colonia USA. Mentre Francia e Germania difendono i loro settori strategici a partire dalle telecomunicazioni, il governo degli ex-sovranisti conferma che il suo asse strategico – già delineato da Draghi – è la completa sottomissione agli Stati Uniti.

Non si pensi che sto esagerando. Il governo ha rinunciato ad assumere il controllo pubblico consegnando l’infrastruttura essenziale delle nostre telecomunicazioni alla statunitense KKR, società di investimento leader a livello mondiale nota per il ruolo che vi svolge all’interno l’ex-generale delle guerre in Iraq e Afghanistan e ex-direttore della CIA David Petraeus. Le nostre telecomunicazioni sono ora in mano direttamente di Washington. La CIA ha già dimostrato anche in anni recenti in Italia di operare senza rispettare le nostre leggi (vedi caso Abu Omar per non andare alla strategia della tensione). Ora controlla direttamente la centrale di intercettazioni di tutte le comunicazioni del paese, quelle dei cittadini e anche degli apparati dello stato. La canzone di Finardi sulla CIA si è rivelata profetica.

Si pongono questioni economiche e democratiche di enorme portata che sono state sottratte al confronto pubblico.

Il governo non ha voluto ascoltare le sacrosante proposte di lavoratrici e lavoratori e delle organizzazioni sindacali. La decisione di acquisire solo una partecipazione di minoranza, lasciando al fondo americano KKR il controllo di maggioranza del pacchetto azionario non tiene conto degli interessi nazionali e tantomeno della salvaguardia dell’occupazione.

È l’epilogo della sciagurata privatizzazione avviata dal centrosinistra a cui noi di Rifondazione Comunista ci opponemmo inascoltati e isolati negli anni ’90. Nei confronti di un’azienda cinese come Huawei sono state poste questioni di sicurezza nazionale, invece ora rinunciamo a ogni precauzione nei confronti della potenza dominante che sarà anche alleata ma non sempre ha interessi che collimano con i nostri e con quelli dell’Europa.

L’Italia fino alla fine degli anni ’80, con i partiti di massa nati dall’antifascismo, ha cercato di difendere una relativa autonomia dentro una sovranità limitata. Ora siamo diventati davvero una repubblica delle banane.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare

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