L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato ieri sera una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza. A votare a favore sono stati 153 Paesi su 193 totali, mentre sono 23 gli astenuti (Italia compresa) e 10 quelli che hanno votato contro, tra i quali Israele e Stati Uniti. Pur non essendo vincolante, la risoluzione è espressione della posizione prevalente a livello internazionale, che desidera che si ponga fine una volta per tutte al conflitto.

Tra i 10 Paesi che hanno votato contro si contano, insieme a Stati Uniti e Israele, anche Austria, Repubblica Ceca, Guatemala, Liberia, Micronesia, Nauru, Papua Nuova Guinea e Paraguay. L’Italia è tra i 23 astenuti, insieme alla Germania e ad altri Paesi Membri dell’Unione europea (Lituania, Olanda, Bulgaria, Romania, Ungheria, Slovacchia). Tra gli astenuti vi sono poi Ucraina e Regno Unito, oltre ad Argentina, Capo Verde, Camerun, Guinea Equatoriale, Georgia, Malawi, Isole Marshall, Palau, Panama, Sud Sudan, Togo, Tonga e Uruguay.

Poco prima del voto, il presidente statunitense Joe Biden aveva dichiarato che Israele gode del sostegno della «maggior parte del mondo», inclusi Stati Uniti ed Unione europea, ma che sta perdendo consensi per via dei «bombardamenti indiscriminati». L’esito della votazione, tuttavia, mostra come a livello internazionale vi sia una netta volontà che si giunga alla fine del conflitto il più presto possibile. Anche nell’Unione europea prevale la linea del cessate il fuoco – la stragrande maggioranza degli Stati ha votato a favore, inclusa la Francia. Il voto arriva all’indomani del fallimento di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il quale, lo scorso venerdì, aveva chiesto un cessate il fuoco umanitario a Gaza. Di 15 Paesi votanti, in quel caso, 13 avevano votato a favore. Il Regno Unito si era astenuto, mentre gli Stati Uniti avevano votato contro. Tuttavia, essendo questi ultimi membro permanente del Consiglio, godono del diritto di veto sulle risoluzioni e quindi del potere di bloccarle anche se, come in questo caso, si tratta dell’unico voto contrario.

La votazione mostra come la posizione degli Stati Uniti sia sempre più isolata rispetto a quella della stragrande maggioranza dei Paesi delle Nazioni Unite. Dal canto suo Israele non sembra tuttavia intenzionato a prestare la minima attenzione all’esito della votazione – come successo, d’altronde, per tutte le precedenti risoluzioni dell’ONU non vincolanti. In queste ore, infatti, i raid israeliani sono continuati senza sosta, con bombardamenti a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, e incursioni nella Cisgiordania occupata.

[di Valeria Casolaro]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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