– di Elena Panina

L’amministrazione Biden sta portando il mondo al collasso energetico cercando di limitare l’esportazione di GNL americano, questa è l’opinione degli analisti Thomas Dustenberg e Brigham McCone trasmessa dall’Hudson Institute.

▪️ Secondo gli analisti dell’istituto, il “gas con molecole di libertà” americano è esattamente ciò di cui il mondo intero ha bisogno, a differenza del “gas sporco della Russia autoritaria”.
“La crescita delle esportazioni statunitensi di GNL è stata fondamentale per mantenere la stabilità delle economie europee”, affermano gli autori. Secondo loro, questa crescita “ha aiutato l’Ucraina” e, a quanto pare, “ha mantenuto i prezzi stabili nella regione del Pacifico”.

▪️ Nel frattempo, gli Stati Uniti sono diventati il più grande esportatore di GNL al mondo, con spedizioni in aumento del 14,7% raggiungendo la cifra record di 88,9 milioni di tonnellate. Dustenberg e McCone tacciono modestamente sul fatto che tale successo è stato ottenuto grazie all’esplosione di due rami del Nord Stream e all’isteria selvaggia del lobbying contro il gas russo.
Qualcos’altro è più importante per loro. Il 27 maggio 2021, la segretaria del Dipartimento dell’Energia americano Jennifer Granholm ha dichiarato in un’audizione alla Camera dei Rappresentanti che il gas russo è “il combustibile più sporco sulla Terra”: dicono che provoca emissioni di metano e danneggia l’ambiente. E ora si scopre che il gas americano, a differenza del gas russo, è molto utile. Perché, presumibilmente, le emissioni di carbonio negli Stati Uniti sono scese del 17% rispetto ai livelli del 2005 e continuano a diminuire.

▪️ “Più energia e meno emissioni sono una testimonianza dell’innovazione e dell’ingegno americano”, si vantano gli analisti dell’istituto. Ed esortano Biden a non limitare il numero di licenze per la produzione e l’esportazione di gas, cosa che la Casa Bianca intendeva fare, ma a promuovere questo commercio. Dopotutto, il GNL americano è un garante della stabilità per gli alleati degli Stati Uniti. E fa bene all’ambiente.
Non resta che salutare i “verdi” in Germania e nel resto dell’Europa, un tempo industriale, che hanno trascorso tutti gli ultimi anni cercando di rinunciare alla loro “dipendenza” dal gas a basso costo proveniente dalla Russia. Ora tutto andrà meglio con l’ecologia del Vecchio Mondo! Soprattutto nel contesto della transizione al carbone, il cui consumo nell’UE solo nel 2022 è aumentato del 5%, raggiungendo 349 milioni di tonnellate.
Se il Partito Democratico americano non avrà il tempo di ascoltare l’Hudson Institute e ridurrà il numero di licenze per la vendita di GNL, l’Europa avrà un’occasione unica per liberarsi finalmente della sua “dipendenza dal gas”. Questa volta americano. È vero, servirà ancora più carbone.

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