Meno soldi a ricerca, sanità e lotta alla disoccupazione mantenendo i finanziamenti alla difesa e ridimensionando l’immigrazione, lasciando però intatti i fondi destinati all’Ucraina: l’Unione Europea ha approvato una revisione del bilancio da 64 miliardi, di cui solo 21 sono fondi freschi, (rispetto ai 66 iniziali della Commissione), 10,6 miliardi andranno in riallocazioni e 33 in prestiti a Kiev. Il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (Qfp) prevede quindi nuove risorse per solo un terzo rispetto a quanto inizialmente previsto dal gabinetto von der Leyen. A farne le spese saranno programmi di ricerca, di preparazione alle crisi dei sistemi sanitari nazionali, di ricollocazione dei lavoratori dipendenti nel territorio Ue e dei costi aggiuntivi legati ai prestiti Next Generation Eu: il piano di ripresa economica destinato ai paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.

In fin dei conti, solo la riserva finanziaria da 50 miliardi di euro per i prossimi quattro anni per l’Ucraina è rimasta intatta rispetto ai piani iniziali: sono confermati 17 miliardi in sovvenzioni (direttamente dalle risorse aggiuntive o riallocate) e 33 miliardi di prestiti finanziati attraverso l’assunzione sui mercati finanziari. Dalla alla proposta della Commissione dello scorso giugno – che prevedeva 65,8 miliardi in nuovi contributi su 98,8 miliardi complessivi – si è arrivati a 64,6 miliardi di euro, di cui solo 21 miliardi sono nuovi fondi. I tagli hanno colpito due dei tre pilastri della revisione: sono stati portati da 12,5 a 9,6 miliardi gli stanziamenti per la sezione Migrazione e dimensione esterna mantenendo però i 2 miliardi della rubrica “Migrazione e gestione delle frontiere” per l’attuazione del Patto migrazione e asilo, mentre il capitolo Step – la piattaforma per spingere la competitività industriale dell’Unione nell’ambito di tecnologie innovative, a ridotto impatto ambientale e biotech – prevede ora solo 1,5 miliardi di euro per la difesa al posto dei 10 miliardi precedentemente pianificati per InvestEu (3), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5) e, appunto, Fondo europeo per la difesa (1,5). Per Horizon, il programma che finanzia la ricerca in Europa, è stato stabilito un taglio totale di 2,1 miliardi, l’equivalente della rinuncia a circa 700 progetti scientifici. Infine, ci sono il taglio da 1 miliardo di euro (da 2,5 a 1,5) alla Riserva di solidarietà di emergenza – ovvero il fondo che mira a garantire un sostegno efficace ad un paese che deve affrontare gravi catastrofi naturali o gravi emergenze di sanità pubblica – ed il ridimensionamento del Fondo di adeguamento alla globalizzazione, ovvero lo strumento per aiutare i lavoratori dipendenti o autonomi che hanno perso il lavoro a seguito di ristrutturazioni a trovare una nuova occupazione, che è stato ridotto da 1,5 a 1,3 miliardi.

Per quanto riguarda gli adeguamenti tecnici, è stata quasi completamente respinta la proposta della Commissione di aumentare i contributi nazionali di 23,8 miliardi di euro. Lo strumento di flessibilità – ovvero il fondo destinato ad eventuali interventi dovuti ad emergenze impreviste – è stato ridotto da 3 a 2 miliardi, sono stati tagliati 1,9 miliardi di costi amministrativi e derubricati i 18,9 miliardi di euro per l’European Union Recovery Intrument, il pacchetto che mirava a coprire i costi aggiuntivi legati ai prestiti Next Generation Eu (il piano di ripresa per i paesi colpiti dalla pandemia). Infine, è prevista la riduzione da 1 miliardo per l’Unione della Salute e da 1,1 miliardi per i programmi gestiti centralmente della politica di coesione e della Politica agricola comune.

[di Roberto Demaio]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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